Reti mobili verso la paralisi: allarme rosso globale dell’ITU
11 Febbraio 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 11 Febbraio 2011
- ATTUALITA', RETI, SCENARI DIGITALI
- banda larga, telecomunicazioni, telefonia cellulare
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A San Francisco, New York e Londra la banda mobile è ormai satura e gli utenti si trovano spesso a doversi confrontare con problemi cronici di indisponibilità della rete. L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) lancia l’allarme rosso globale per la banda larga mobile. O si investe in fibra ottica, e dunque si potenziano le infrastrutture fisiche che reggono anche le reti mobili, oppure si rischia la congestione. E’ la prima volta che l’autorevole agenzia delle Nazioni Unite interviene così decisamente su un problema già segnalato da alcuni esperti e snobbato da altri.
La “colpa” della paralisi imminente è la diffusione massiccia di smartphone e tablet, i cui utenti consumano in media capacità di dati cinque volte maggiori rispetto agli utenti di telefoni cellulari tradizionali. Entro il 2015 smartphone e tablet passeranno dagli attuali 500 milioni a quasi due miliardi. Secondo le stime dell’ITU, il numero di abbonamenti alla banda larga mobile raggiungerà un miliardo nel primo trimestre del 2011.
Gli operatori – dice l’ITU – devono già ricorrere a strategie multiple per tenere il passo con la domanda, e non tutti ce la fanno.
La ricetta del Segretario generale dell’ITU, Hamadoun Touré, è inequivocabile. Investire in fibra ottica – e questo spetta sia ai governi che agli operatori – e accrescere la disponibilità di spettro delle frequenze – e questo spetta ai governi.
L’allarme dell’agenzia delle Nazioni Unite arriva il giorno dopo la decisione del governo italiano di ridurre a 100 milioni – dagli 800 previsti – i finanziamenti per la banda larga. D’altronde lo stesso commissario di AgCom, Nicola D’Angelo, proprio oggi ha osservato che ”In Italia si e’ parlato tanto di nuove reti di fibre ottiche Ngn ma non e’ stato fatto molto, le poche iniziative sono state quelle realizzate territorialmente”.