Wikileaks: è sempre la solita disinformatjia. Le barbe finte americane hanno letto Stephen King?
21 Agosto 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 21 Agosto 2010
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845mila persone alle dipendenze delle numerose agenzie statunitensi che si occupano di sicurezza devono pur giustificare le loro buste paga. Mica stanno a pettinare le bambole, le “barbe finte” che hanno confezionato il dossier contro Julian Assange consegnato alla magistratura svedese. Wikileaks è forse la più grossa rogna che CIA & C. devono sbrogliare dai tempi dell’attacco alle torre gemelli. Così, alla vigilia della pubblicazione di nuovi documenti sulla guerra in Afghanistan, qualche testa brillante dei servizi Usa ha deciso che, se la cosa funziona in un romanzo, perché non dovrebbe funzionare nella vita reale? Si, perché le accuse nei confronti di Julian Assange sembrano essere state copiate di sana pianta dal best seller The Dome di Stephen King, pubblicato in Italia da Sperling&Kupfer.
Cosa succede nel romanzo? Il protagonista – Dale Barbara, ex ufficiale dell’esercito, pluridecorato per le sue missioni in Iraq – rompe le scatole ai boss che governano la cittadina della provincia americana in cui si è rifugiato dopo aver abbandonato la divisa, perché disgustato da quello che ha visto e fatto in guerra. Dale Barbara è un pericolo per il potere. Cosa fanno allora i cattivi? Gli tendono una trappola, riescono a farlo incarcerare con varie accuse di stupro e se lo tolgono dai piedi.
La disinformatjia è un vecchio trucco che funzionava sempre ai maestri del vecchio KGB e molto meno agli epigoni americani (dalla Baia dei Porci fino alle armi segrete di Saddam). Una volta, almeno, le trovate erano originali e non si scopiazzava dai romanzi.
Anche questa volta, a quanto pare, l’operazione di disinformatjia si è già sgonfiata. La procura svedese ha annullato il mandato di cattura emesso poche ore prima. “Accuse false”, uno “sporco trucco” per colpire Wikileaks, ha commentato Julian Assange. “Eravamo stati avvertiti del fatto che avremmo dovuto aspettarci degli sporchi trucchi – ha aggiunto – ora abbiamo il primo”.
Quale best seller staranno leggendo adesso le “barbe finte“?