Do you remember Chernobyl?
26 Aprile 2008 Pubblicato da Pino Bruno
- 26 Aprile 2008
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- chernobyl, nucleare, ucraìna
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Ventidue anni fa il mondo è cambiato, con la catastrofe nucleare di Chernobyl. La notte scorsa a Kiev e a Slavoutitch, che dista una cinquantina di chilometri dalla centrale, gli ucraìni hanno ricordato le vittime.
Secondo stime non ufficiali, a causa di Chernobyl sarebbero morte venticinquemila persone. Soprattutto russi, ucraìni e bielorussi. Gli uomini e le donne che facevano parte delle squadre intervenute per costruire il “sarcofago” di cemento che ha ingabbiato il reattore danneggiato. Nel 2005 l’Onu parlò di quattromila vittime per tumori. Poi ci sono gli ammalati. Due milioni e trecentomila nella sola Ucraìna. Tra il 1986 e il 2006 quattromilaquattrocento bambini e ragazzi sono stati operati per cancro della tiroide.
Il ministero della sanità di Kiev ha detto ieri che la tragedia continua ancora oggi a influire sulla salute della popolazione e sull’ambiente. Il sarcofago che copre duecento tonnellate di magma radioattivo si è riempito di fessure. Il ministro per la protezione civile, Volodymyr Chandra, ammette che si tratta di una minaccia costante. “Cerchiamo a tutti i costi di impedire che ci siano infiltrazioni di neve e pioggia“, ha detto. Il sarcofago di cemento dovrebbe essere a sua volta ricoperto da un involucro di acciaio, ma quando?
Ricordo quei giorni di ventidue anni fa. Ero in redazione, all’Ansa, quando si diffuse la notizia. Allora c’era la “cortina di ferro” e le informazioni dall’ex impero sovietico arrivavano in ritardo e con il contagocce. Si parlava di nube radioattiva in viaggio dall’Ucraina verso occidente, anche verso l’Italia. Capimmo allora che per il nucleare, quando c’è un’emergenza, non esistono frontiere.
Un approfondimento scientifico sul sito dell’AIPRI, Associazione Internazionale per la Protezione dai Raggi Ionizzanti.