Non è mai troppo tardi
3 Giugno 2008 Pubblicato da Pino Bruno
- 3 Giugno 2008
- SCENARI DIGITALI
- digital divide, pubblica amministrazione, televisione
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C’era una volta Alberto Manzi con “Non è mai troppo tardi”. Negli anni sessanta la tv era in bianco e nero, minimalista, utile. Con il suo programma, il maestro Manzi ha fatto prendere la licenza elementare a mezzo milione di italiani. Allora il divide non era digitale. Si chiamava analfabetismo. Oggi il divario è anche generazionale. Per quanta strada abbiano fatto, i computer hanno interfacce ancora ostili, poco usabili da chi nella sua vita non ha usato neanche la macchina per scrivere. Eldy Onlus è un’associazione no profit che si propone di avvicinare gli anziani al mondo digitale.
Ha studiato un software gratuito facilmente usabile dai senior. E’ in italiano, ha i caratteri grandi, aiuta a scrivere mai, navigare, andare in chat. Successo indiscusso. Il software è stato scaricato 150mila volte. Il passo successivo era inevitabile. Un computer ad hoc, per abbattere anche le barriere hardware.
Ecco allora Eldy PC. Video flat da 19 pollici, sensori touchscreen, processore brillante, webcam, scheda per ricevere i programmi tv, collegamenti wireless alla rete. E poi, aspetto non secondario, nessu cavo. Tutto ciò che serve è già nel PC. Costa 880 euro più Iva e l’associazione ha formato gli operatori telefonici che assistono a distanza gli utenti.
“Chi conosce la vita sa che e’ meglio non perderla in difficolta’ e piccolezze – dice l’ing. Enrico Neri di Vegan Solutions che ne cura la commercializzazione – Eldy Pc e’ la risposta a computer lillipuziani, cavi attorcigliati, mouse Impazziti. Ora si entra nel mondo del computer con il solo tocco di un dito in uno schermo di 48 cm”.
Chattare con il nonno, videochiamarlo con Skype, aiutarlo a sentirsi meno solo. Penso alle iniziative delle amministrazioni comunali per gli anziani, talvolta velleitarie e propagandistiche. Mille euro non sono pochi. La maggior parte dei pensionati se li sogna. La pubblica amministrazione potrebbe però incentivarne l’acquisto, regalarne qualcuno alle case di riposo. Si può cominciare e vedere se funziona.