Tempi duri per il peer-to-peer
30 Gennaio 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 30 Gennaio 2009
- ATTUALITA', E-GOVERNMENT, SCENARI DIGITALI, SICUREZZA
- file sharing, george orwell il grande fratello, peer-to-peer, SIAE
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In Italia ci sta pensando la SIAE, in Gran Bretagna fanno persino di peggio. Vogliono imporre una tassa annuale di venti sterline per ogni utente, “per combattere la pirateria video-musicale”. Il ministro per la cultura Andy Burnham (il Bondi albionico), sta pensando di mettere sotto tutela gli Internet Provider con la creazione di una nuova agenzia per i “diritti digitali”. I fornitori di accesso alla rete dovrebbero convincere i loro clienti a non violare la legge quando usano i programmi di file sharing e peer-to peer.
Le agenzie non forniscono dettagli su come e perchè ogni utente dovrebbe sborsare venti sterline in più ogni anno. D’altronde siamo soltanto alle anticipazioni, perchè il progetto definitivo del governo britannico sarà reso noto in primavera. I provider aumenteranno gli abbonamenti? E gli utenti che non fanno peer-to-peer?
I primi commenti sul “Digital Brain”, il libro bianco sul digitale presentato dal Governo di Sua Maestà, sono tiepidi o negativi:
“Ambizioso e imperfetto”, è il titolo del Telegraph.
“Welcome to the brave new world of broadband for all – and Big Brother”, titola l’austero Times che, con un pizzico di ironia mette insieme l’aggettivo coraggioso, audace, e poi paventa il pericolo di un Grande Fratello orwelliano.
“Digital Britain: who’s going to pay?”, chi pagherà? si chiede il Guardian.
La domanda è retorica. Da noi diremmo paga Pantalone, in euro invece che in sterline. Non so come si dica a Londra…