In Sicilia si annuncia l’energia smart grid
14 Marzo 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 14 Marzo 2009
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In Sicilia l’energia autoprodotta viaggerà in una smart grid intelligente. La rete elettrica come internet. Ogni cittadino, ogni piccola e grande azienda, può creare energia rinnovabile, consumare quella che serve, mettere in rete il surplus o attingere dalla rete stessa. I contatori svolgeranno lo stesso compito dei router. Smisteranno elettricità invece che dati, in base alle esigenze del momento. E’ ambizioso il Piano Energetico Ambientale della Regione Sicilia (PEARS). Una scommessa dell’economista Jeremy Rifkin e del governatore Raffaele Lombardo, anche se Legambiente lo considera “soltanto una dichiarazione di intenti”. Il PEARS si ispira ai principi di base della società dell’informazione e li applica all’energia. Solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse, biocombustibili, idrogeno, mini idraulica. Produzione ma anche risparmio ed efficienza energetica.
Il PEARS prevede che gli edifici vecchi e nuovi possano diventare centrali energetiche con l’integrazione di tecnologie solari e eoliche. L’energia prodotta sarà in parte trasformata in idrogeno da usare come carburante. Una delle parole d’ordine è la “decarbonizzazione” della Sicilia. “…Fermare l’incremento di emissioni nel settore della produzione di energia elettrica, arrestando ogni aumento dell’uso del carbone come fonte primaria…”.
”La Sicilia grazie alla sua esposizione geografica – sottolinea Lombardo – e’ una regione che si adatta particolarmente a sperimentare le nuove tecnologie della cosiddetta ‘Terza rivoluzione industriale’. Con questa svolta diamo anche effettiva realizzazione alle politiche climatiche ed energetiche dell’Unione Europea (il 20-20-20), che prevede il venti per cento in piu’ di efficienza energetica; venti per cento in meno di emissioni che alterano il clima e venti per cento di energia rinnovabile entro il 2020′. In Sicilia – dice il governatore siciliano – l’obiettivo e’ ‘5-5-5. Cioe’ in Sicilia ci sono 5 milioni di abitanti, sono previsti 5 miliardi di euro di investimento e 5 anni perche’ le energie rinnovabili diventino patrimonio della comunità”.
Sul sito ufficiale della Regione Sicilia, comunque, il PEARS ancora non c’è. In rete ci sono alcune bozze, come questa. Confindustria Sicilia avrebbe chiesto modifiche al capitolo sulla produzione di energia da biomasse, chiedendo di allargare il raggio di provenienza dei materiali da trasformare, fissato a settanta chilometri. Ci sono poi le perplessità di Legambiente. Alcune considerazioni “sono condivisibili”, come la decarbonizzazione del parco elettrico siciliano, la promozione dell’innovazione tecnologica, la riduzione degli impatti del settore trasporti, il risparmio energetico, l’uso dell’idrogeno per l’accumulo dell’energia, ma non supportate da norme precise che possano consentirne una concreta attuazione”. Legambiente chiede che il Piano “venga sottoposto ad una reale valutazione ambientale strategica”.
Il dubbio è legittimo. Quante volte sono stati annunciati piani faraonici che poi sono rimasti tali? Nel caso siciliano si può solo sperare che la montagna non partorisca un topolino e che il coinvolgimento di Rifkin non sia soltanto un fiore all’occhiello.