Quando la convergenza digitale va all’incontrario
7 Marzo 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 7 Marzo 2009
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- convergenza digitale, nativi digitali, rfid, televisione
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Per molti anni abbiamo dato per scontato che la convergenza digitale portasse dalla televisione al computer. Quello che sta accadendo in Giappone induce alla prudenza, perchè non è ancora chiaro chi vincerà la guerra tra mouse e telecomando. In un reportage da Tokyo, la corrispondente dell’AFP Karyn Poupee racconta che Sony, Panasonic, Sharp, Matsushita e Toshiba – le cinque sorelle della tv – pensano a soluzioni ad hoc per le persone anziane, che hanno maggiore dimestichezza con il telecomando. Servizi che portino la rete sul televisore.
La piattaforma di Tv on Demand “AcTVila”, ad esempio, già permette di acquistare film, fare acquisti, giocare, cercare casa, organizzare un viaggio, prenotare i biglietti di uno spettacolo. Tutto senza muoversi dalla poltrona. Fin qui nulla di particolarmente nuovo. La vera novità è la presenza – all’interno del telecomando – di microchip in grado di decodificare le radiofrequenze RFID. Ecco così la nonna che riceve una cartolina dalla nipotina, la avvicina al telecomando e sullo schermo appare la foto della bambina. La mamma, a sua volta, decide di mettere la foto sul telefonino. Appoggia il cellulare sul telecomando e il gioco è fatto.
Ci sono poi i servizi a pagamento e della pubblica amministrazione, tutti a portata di telecomando con lettore di carte di credito, tessera sanitaria e carta di identità, per acquisti e trasmissione/ricezione di dati sanitari, scolastici e anagrafici, ovviamente crittografati per garantire la riservatezza dei dati personali. Sul televisore si potranno inoltre leggere giornali e libri digitali. Si prefigura così una convergenza digitale alternata.
Insomma, i nativi digitali con iPod, cellulari, palmari, netbook e computer. Gli altri con il telecomando.