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Contro-lezione di giornalismo

HoaxShane Fitzgerald, ventidue anni, studente di sociologia ed economia alla University College di Dublino, ha fatto contro-lezione di giornalismo. Ha scritto ad arte una bufala a proposito del compositore Maurice Jarre, l’ha messa su Wikipedia e poi è rimasto ad aspettare che qualcuno abboccasse. Così ha preso all’amo dozzine di organi di informazione in tutto il mondo. Un caso di studio, come racconta il quotidiano Irish Times.
Il giovane Shane ha raccontato al quotidiano di aver fatto un esperimento, nell’ambito dei suoi studi sulla globalizzazione. Così, nelle pagine di Wikipedia dedicate al compositore francese morto due mesi fa, ha aggiunto questa citazione “si potrebbe dire che la mia stessa vita è stata la colonna sonora di un film. La musica è la mia vita, la musica mi ha dato la vita, la mia musica continuerà a parlare di me anche quando non ci sarò più. Quando morirò, sarà suonato un ultimo valzer, che però io potrò soltanto ascoltare“. La bufala – hoax nel gergo digitale – è ancora qui, in un dead link di Wikipedia. L’enciclopedia partecipativa ha poi specificato, in quest’altra pagina, che la citazione era fasulla, una “Wikipedia Hoax”.

Nella rete di Shane Fitzgerlad sono finiti pesci grossi: The Guardian, The Indipendant, un sito della BBC, giornali indiani e australiani. Lo studente ha detto che Wikipedia è spesso l’unica fonte di molti giornalisti, che non hanno voglia o tempo di fare verifiche. Non è stata una bella figura, per la categoria. “Non mi aspettavo che ci cascassero anche giornalisti di professione e giornali così prestigiosi. Pensavo di pescare soltanto autori di blog e siti amatoriali”. D’altronde la bufala è stata scoperta soltanto quando lo stesso autore l’ha rivelata, con una mail spedita a giornali e giornalisti che avevano fatto copia e incolla. Alcuni non l’hanno ancora corretta. Il giovane irlandese ha aggiunto che il suo scherzo-esperimento non ha comunque arrecato danni alla memoria del grande compositore.

E pensare che a febbraio Wikipedia si era impegnata a intensificare i controlli, dopo la bufala sulla morte di due senatori americani. Il problema, evidentemente, non è soltanto delle enciclopedie on line. Sarà banale, la mia considerazione, ma si dovrebbe tornare all’abc della professione. Verifica e incrocio delle fonti. Vale sempre, per tutti i giornalismi. Altrimenti diventa legittima la domanda: perché pagare l’informazione professionale?

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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