Piccoli microblogging crescono. Il caso Meemi
22 Giugno 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 22 Giugno 2009
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- microblogging, social network, twitter
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C’è un piccolo microblogging italiano che ha già cinquemila utenti e tanta voglia di crescere. Si chiama Meemi. La storia la racconta Titti Santamato dell’Ansa. Ecco il suo reportage.
Cinquemila utenti, di cui la meta’ stranieri, con una crescita media intorno al 60-70% (dati Analytics): questi i numeri con cui Meemi.com, il piccolo microblogging tutto italiano inventato da due ragazzi di Aversa, marito e moglie di 31 e 25 anni, festeggia il secondo compleanno. E’ in rete dal primo agosto del 2007, un anno dopo Twitter, ma solo da poco ha rinnovato la grafica e ha una nuova versione mobile.
“Abbiamo visioni un po’ piu’ ampie rispetto allo stato attuale ed e’ per questo che stiamo cercando investitori – dice all’ANSA Enrico Scognamillo che insieme a Carla Ruggiero ha inventato questa piattaforma ‘familiare’ – Vogliamo diventare un punto di riferimento come lo e’ attualmente Twitter. Gli investitori cercano numeri uguali al mercato americano e non hanno capito che qui siamo in Italia. Ma noi non demordiamo”, aggiunge.
Meemi, si legge sulla homepage della piattaforma, “e’ il modo piu’ semplice per condividere testi, citazioni, immagini, link preferiti, organizzare eventi con familiari ed amici, collezionare video, conoscere nuovi amici e seguire la loro presenza nel rumore di fondo di ogni giorno attraverso la condivisione delle loro emozioni”. E’ la trascrizione in suomi (finlandese) della parola meme, l’unita’ auto-propagantesi di evoluzione culturale. “Ci piaceva questo concetto – dice Scognamillo – e’ analogo a quello di gene”.
Da poco il microblogging ha una nuova grafica e una organizzazione dei menu e c’e’ anche una nuova versione mobile raggiungibile dal telefonino o dall’iPhone. “Usavo Twitter ma mi andava stretto, mi sono fatto lo strumento a mia immagine e somiglianza – spiega Scognamillo.
Il motore che gestisce Meemi e’ gia’ un passo avanti a quello di Twitter e Facebook, sulla parte ‘lifestream’: localizza (per ora manualmente) i ‘meemi’, permette le discussioni e le sottodiscussioni, consente di inserire in real time foto, video, testi, eventi, organizzare gli amici. Inoltre non ha il limite di 140 caratteri che ha Twitter”. E Meemi sta anche testando un modo per postare contemporaneamente i messaggi su Twitter, per venire incontro agli utenti che sono iscritti ad entrambi i microblogging.
“In futuro abbiamo in mente di inserire i video in tempo reale bypassando anche piattaforme come YouTube – anticipa Scognamillo – vorremmo rivolgerci alle aziende con un sistema di messaggistica mirato (come google wave) e creare community verticali intorno agli argomenti caldi (che in questo momento sono tutti legati all’attualita’ italiana)”.
L’entusiasmo c’e’, chissa’ se anche tra gli utenti non ci sia qualcuno interessato a investire in questa piccola e volenterosa Silicon Valley campana.
Titti Santamato (Ansa)