PRIVACY:GARANTE,WEB RESISTENZA DEMOCRATICA,IRAN ESEMPIO/ANSA
2 Luglio 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 2 Luglio 2009
- APPROFONDIMENTI, GIORNALISMI, SCENARI DIGITALI
- blogger, censura, Facebook, Francia, Iran, privacy, social network, twitter, Wikipedia
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La giornalista dell’Ansa Titti Santamato torna a parlare di privacy, Iran, blog e censura e cita il mio blog.
Internet e’ una grande opportunita’ per condividere informazioni e notizie, soprattutto quelle che non passano per i canali ufficiali, ma al contempo ci rende “nudi come Adamo ed Eva”, mettendo cosi’ a rischio i nostri dati personali. E l’eterno dibattito attorno alla Rete che, oggi, grazie al contributo dell’Authority della Privacy che ha definito Internet “una forma di resistenza democratica mai immaginata prima”, sembra spostarsi significativamente sulle opportunita’ che offre la Rete.
“Dai blog ai social network fino al recentissimo Twitter – ha detto il garante per la Privacy Francesco Pizzetti nella sua relazione annuale – sempre di piu’ oggi l’informazione e’ il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale. Quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti, e specialmente sui piu’ innovativi, poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima”.
L’esempio dell’Iran e’ solo l’ultimo in ordine di tempo. L’onda verde della protesta ha invaso Teheran e in tempo reale il microblogging Twitter, dove sono piovuti messaggi, commenti, informazioni di una rivolta che i giornalisti non hanno potuto raccontare. Senza questo canale, non avremmo mai potuto vedere il video di Neda, oramai il simbolo della protesta, con il volto sporco di sangue, gli occhi fissi e l’incredulita’ di chi tentava di rianimarla.
Anche Wikipedia, l’enciclopedia online, ha dedicato una pagina a Neda, che in persiano significa ‘voce’, e che ha visto appunto rimbalzare di voce in voce, il suo nome sui blog, come un monito a non dimenticare la violenza del governo iraniano. Ancora oggi, da Twitter un blogger iraniano aggiorna il bilancio dei morti, sarebbero piu’ di 100.
Senza contare sulla notizia della morte di Michael Jackson il sito di gossip Tmz.com ha bruciato tutti i media tradizionali.
E anche i blog sono un esempio, oramai piu’ che decennale della democraticita’ della Rete, un modo per autopubblicarsi testi, condividerli e sottoporli al commento di tutti gli utenti E non e’ un caso che di Beppe Grillo, da anni convinto sostenitore di Internet, si sia resa conto anche la rivista americana Forbes che lo ha decretato settima web-celebrita’ al mondo, nella classifica delle 25 stelle dell’online.
“Sono d’accordo con il Garante della Privacy quando parla di Rete come nuova resistenza democratica”, dice il blogger Pino Bruno, giornalista informatico e anche autore del libro Dolce Stil web (Sperling & Kupfer). “La Rete dimostra ogni giorno di sapersi autoregolare – aggiunge – Oggi, come nel caso di Facebook e’ l’utenza, il cittadino digitale, che impone ai network di cambiare la policy sulla privacy. Sono agghiacciato dalle regolamentazioni dall’alto: l’esempio francese dell’Hadopi (la legge antipirateria dichiarata incostituzionale, ndr) e’ stato preso sottogamba. Tutti i tentativi di imporre regole nel nome di interessi ben precisi dimostrano che queste iniziative liberticide hanno il fiato corto”.
E a proposto dell’Hadopi, un altro esempio di democraticita’ della Rete, arriva proprio dal blog di Pino Bruno: oggi ha pubblicato la notizia che il capo del polo innovazione web della principale rete televisiva francese Tf1, Jerome Bourreau-Guggenheim, e’ stato licenziato in tronco per aver espresso riserve sulla legge. Le sue critiche erano in una mail inviata alla parlamentare Francoise de Panafieu. La mail era finita al Ministero della cultura e poi trasmessa alla direzione generale di Tf1″.
“Un episodio gravissimo – scrive Pino Bruno – che rischia di diventare un pericoloso precedente in tema di liberta’ di opinione”. Un episodio quasi totalmente ignorato dalla stampa ufficiale, almeno in Italia.
Titti Santamato (Ansa)