Addio Green Dam, bocciata dalla rivolta pacifica degli utenti cinesi
14 Agosto 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 14 Agosto 2009
- BUONI ESEMPI
- censura, Cina, cittadinanza digitale, diritto all'informazione, internet, pechino
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Libero internet in (poco) libero stato. Sembra una contraddizione, ma quando le formiche nel loro piccolo si incazzano, accadono cose piacevolmente insolite. La Cina fa marcia indietro sul filtro-censura che aveva imposto di installare su tutti i personal computer. Incubo Green Dam svanito per i trecento milioni di utenti cinesi della rete. Si, c’erano state le proteste globali dei produttori di PC, ma Pechino ha dovuto fare i conti soprattutto con lo sterminato popolo di formiche, che si era arrabbiato sul serio.
Green Dam avrebbe dovuto proteggere i pargoli e gli adolescenti dalla pornografia dilagante su internet. In realtà il governo voleva creare un’ulteriore barriera ad altri contenuti: i siti internazionali di informazione. Oggi il ministro per l’ informazione e la tecnologia, Li Yizhong ha annunciato l’abbandono del progetto, con alcune eccezioni. Scuole, internet cafè e altri luoghi pubblici dovranno comunque installare il filtro.
Nelle scorse settimane la protesta dei navigatori cinesi è diventata ufficiale. Un sondaggio pubblicato dal quotidiano Beijing Times ha rivelato che l’ 83 per cento degli interpellati considerava l’obbligo di installazione di Green Dam una violazione della privacy. Una parola – privacy – che in Cina è considerata quasi eversiva.