Caos bagagli negli aeroporti il tormentone estivo e la cura a base di Rfid
31 Agosto 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 31 Agosto 2009
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- caos bagagli, consumatori, rfid, trasporti
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Cosa ostacola l’adozione del sistema Rfid nella gestione globale dei bagagli in transito? Indifferenza, incompetenza, resistenza all’innovazione, salvaguardia delle posizioni già acquisite dalle aziende che gestiscono l’handling negli aeroporti.
Si dovrebbe fare come con i biglietti aerei tradizionali. Iata ha imposto una scadenza – il primo giugno 2008 – alla quale tutte le compagnie aeree del mondo si sono dovute adeguare. Dall’anno scorso i biglietti aerei sono soltanto digitali. Bisogna imporre analoga scadenza all’adozione della tecnologia Rfid in tutti gli scali del mondo.
La valigia smarrita è anche un business. L’associazione britannica dei consumatori Air Transport Users Council (Auc) denuncia la recrudescenza del fenomeno. L’anno scorso sono scomparse quarantadue milioni di valigie. Trentasei milioni nel 2006. Quasi diciassette bagagli su mille. Che fine fanno quelle ritrovate? Quando ci si riesce, tornano ai proprietari. In caso contrario, dopo un periodo di deposito, finiscono all’asta. Due anni in Italia, tre mesi in Gran Bretagna. Il prezzo di una valigia a Heathrow, dice la BBC, è di circa 20 euro. Alle aste partecipano veri e propri professionisti del settore, che comprano a scatola chiusa. Più valigie si acquistano, più possibilità ci sono di trovare all’interno qualcosa di valore.