Google Books e la coda di paglia dell’Europa
12 Settembre 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 12 Settembre 2009
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E’ sicuramente “increscioso che le biblioteche del mondo intero siano obbligate a mettere i loro tesori a disposizione di Google perché mancano i finanziamenti pubblici per farlo altrimenti”, ma non per questo è “meglio che il ‘nostro’ prezioso patrimonio resti a marcire nel nulla analogico”. E’ la riflessione di Von Christian Schlüter sul quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau. Qualche giorno fa avevo scritto più o meno le stesse cose, su questo modesto blog e scopro con piacere di non essere l’unico a pensarla così.
Il progetto di Google di digitalizzare il contenuto delle biblioteche – sottolinea Von Christian Schlüter – non deve diventare oggetto di una guerra culturale contro l’azienda di Mountain View. “Invece di logorarsi in una battaglia contro Google, l’Europa dovrebbe finalmente fare di più per il proprio patrimonio culturale“.
Infatti, in primo luogo – osserva la Frankfurter Rundschau – “non si tratta di proteggere i diritti inalienabili di un artista legati alla sua produzione, concetto che appartiene alla mentalità del XIX secolo. Qui si tratta piuttosto di legittimi interessi delle grandi aziende mediatiche”.
In secondo luogo, poi, è sicuramente “increscioso che le biblioteche del mondo intero siano obbligate a mettere i loro tesori a disposizione di Google perché mancano i finanziamenti pubblici per farlo altrimenti”, ma non per questo è “meglio che il ‘nostro’ prezioso patrimonio resti a marcire nel nulla analogico”.
Gli Stati Uniti hanno dato prova di grande lucidità, comprendendo che la cultura e la lingua non sarebbero sopravvissute se non con l’aiuto della digitalizzazione e grazie a un’accessibilità completa.
Fonte: PressEurop