La contesa per il governo di Internet è appena ri-cominciata
11 Settembre 2009 Pubblicato da RG
- 11 Settembre 2009
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Chi governerà la rete ? Il 30 settembre il Dipartimento Usa per il commercio, dovrebbe esprimersi sull’attualità del Joint Project Agreement (JPA), in vigore dal settembre 2006. E’ l’accordo che permette agli Stati Uniti di porre il veto a eventuali modifiche alla governance di Internet. Se nessun paese impugnerà l’accordo, il malcontento strisciante potrebbe sfociare in clamorose proteste.
E’ in ballo l’esistenza stessa della rete, così come la conosciamo, vale a dire una e indivisibile. Tutto deriva dall’origine di internet, cioè una rete creata dalla Difesa americana durante la guerra fredda, poi ceduta per usi civili. Gli Stati Uniti non hanno mai rinunciato al controllo di questa infrastruttura strategica.
La creazione dell’ICANN ( Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ), nel 1998, ha sciolto il nodo solo in parte. L’ICANN, infatti, non svolge un ruolo meramente tecnico, nell’attribuire i domini internazionali. Di fatto l’organismo si identifica con l’amministrazione americana, anche se opera “in collaborazione costruttiva con i rappresentanti degli utenti di tutto il mondo”. L’accordo con il Dipartimento del commercio – che doveva essere temporaneo – è stato sempre prorogato e adesso, alla fine di settembre, dovrebbe essere rinegoziato.
A Washington c’è chi preme per ulteriori proroghe. “Dobbiamo mantenere il controllo di Internet. E’ una questione di sicurezza nazionale”, sostiene il senatore del Nebraska Terry Lee. I primi segnali di irritazione arrivano dalla Francia. Il ministro per l’economia digitale, Nathalie Kosciusko-Morizet – in un’intervista al settimanale L’Express – esplicita la sua insoddisfazione.
“Abbiamo bisogno di un governo che rispetti il multilateralismo e consenta a ogni Stato di essere ascoltato – dice Nathalie Kosciusko-Morizet . Ciò incoraggerebbe i paesi europei a definire una posizione comune. Ma si andrà anche oltre, coinvolgendo ogni utente. Questa sarà l’unica strada percorribile su questioni come la lotta contro la criminalità informatica, il rispetto per la libertà di espressione o il diritto alla privacy”.