SARTRE, ovvero l’automobile esistenziale del futuro
22 Ottobre 2009 Pubblicato da RG
- 22 Ottobre 2009
- AMBIENTE, SCENARI DIGITALI, SCIENZE
- ecologia, inquinamento, SCIENZE, trasporti, unione europea
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Chissà cosa avrebbe pensato l’icona dell’esistenzialismo e dell’anticonformismo, Jean Paul Sartre, di un progetto per l’automobile intelligente ed ecologica del futuro che porta il suo nome. L’acronimo SARTRE – SAfe Road TRains for the Environment – è un progetto finanziato dalla Commissione Europea. Tra dieci anni potrebbero entrare in produzione automobili con il pilota automatico, in grado di evitare incidenti e ridurre consumi di carburante ed emissioni di CO2.
Ci crede l’Europa, che mette i soldi, ci credono capofila e partner del progetto, l’azienda britannica Ricardo UK Ltd, le imprese spagnole Idiada e Robotiker-Tecnalia, l’ente tedesco Institut fuer Kraftfahrwesen Aachen (IKA), l’Istituto svedese SP per le ricerche tecniche e le svedesi Volvo Car Corporation e Volvo Technology.
A SARTRE si lavora per sviluppare e sperimentare veicoli in grado di guidarsi da soli in lunghi convogli sulle autostrade. Le prime auto verranno collaudate su percorsi di verifica già nel 2011. Saranno equipaggiate con un sistema di navigazione e un’unita’ ricetrasmittente in grado di comunicare con un veicolo capofila. Lo schema prevede che ciascun convoglio stradale, o plotone (composto da sei o otto veicoli), disponga di un veicolo capofila che procede normalmente, con un controllo completo su tutte le varie funzioni, guidato da un conducente esperto che conosce a fondo il percorso.
Il ruolo di capofila potrebbe essere svolto da un taxi, un autobus o un camion. Il vantaggio è evidente. Tutti gli altri conducenti potranno dedicarsi ad altre attività durante il viaggio. Insomma, leggere il giornale o guardarsi un film mentre si va al lavoro.
“Mi rendo conto che a molti questa idea puo’ sembrare un’utopia – dichiara Erik Coelingh, responsabile tecnico delle funzioni per la sicurezza attiva presso Volvo Cars – ma questo tipo di guida autonoma non richiede in realtà alcuna tecnologia magica, ne’ alcun investimento per infrastrutture. L’accento viene invece posto sull’ulteriore sviluppo e sull’adattamento di tecnologie già esistenti. Occorre inoltre svolgere collaudi completi per verificare il rispetto degli elevati requisiti di Volvo Cars in fatto di sicurezza”.