GPS per far trovare l’acqua a chi attraversa clandestinamente la frontiera Messico-Usa
29 Dicembre 2009 Pubblicato da RG
- 29 Dicembre 2009
- APPROFONDIMENTI, ATTUALITA', BUONI ESEMPI
- gps, immigrazione, Messico, Usa
- 0 Commenti
Far trovare l’acqua ai migranti che rischiano di morire di sete attraversando illegalmente la frontiera tra Messico e Stati Uniti. Come? Con un telefono cellulare da trenta dollari, dotato di GPS interno grazie ad un software creato da un team di volontari – informatici e artisti – dell’Università della California. Con la loro iniziativa, Ricardo Dominguez , Brett Stalbaum, Amy Sara Carroll, Micha Cárdenas, Jason Najarro, Elle Mehrmand e Diana Le stanno suscitando un vespaio di polemiche, in America.
Il gruppo di ricercatori e una folta schiera di collaboratori, infatti, disseminano i punti caldi (in tutti i sensi) della frontiera di bidoni di acqua potabile e cibo in scatola. I punti di ristoro vengono geolocalizzati con il GPS e inseriti in una mappa digitale. Il software viene caricato su cellulari a poco prezzo che altri volontari provvedono a distribuire in Messico. Il team guidato da Dominiguez e Cárdenas ha raccolto quindicimila dollari, in parte grazie a sovvenzioni universitarie, in parte con un premio per un festival artistico.
Gli oltranzisti anti-immigrazione gridano allo scandalo, e sostengono che si tratta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un reato commesso, per di più, anche con denaro pubblico. “Si tratta soltanto di dare acqua a chi sta morendo di disidratazione nel deserto”, commenta seccamente il prof. Cárdenas.
Il Transborder Immigrant Tool è un’iniezione di tecnologia su un nervo scoperto. Gli Stati Uniti investono milioni di dollari per tenere chiusa ai clandestini la frontiera con il Messico. Interminabili muri di cemento, sofisticati sensori, telecamere a infrarossi e poi un esercito di agenti del Border Patrol.
Telefono a basso costo e software GPS saranno pronti entro il solstizio d’estate, assicurano i coraggiosi docenti e artisti californiani. La loro mission?
Eccola: “The Electronic Disturbance Theater (EDT) is a small group of artivists engaged in developing the theory and practice of Electronic Civil Disobedience (ECD)”.
Fonte: Elliot Spagat, The Associated Press
————–