Rete sotto assedio: ci mancava pure la tassa della Siae
23 Dicembre 2009 Pubblicato da Pino Bruno
- 23 Dicembre 2009
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- censura, cittadinanza digitale, consumatori, digital divide, editoria, internet, pubblica amministrazione, SIAE, tasse
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Last but not least, sulla rete incombe anche la tassa per arricchire ulteriormente la SIAE. Non è notizia da prendere sottogamba, eppure se ne parla poco o niente. Alla Società italiana autori ed editori non bastano i sessanta – settanta milioni di euro che incassa già su masterizzatori e videoregistratori. Ne vorrebbe altri ottanta, addirittura trecento secondo alcune stime, anche da computer e telefoni cellulari.
Perché mai? La nuova tassa compenserebbe autori ed editori per i mancati introiti eventualmente derivanti dalla pirateria digitale in rete. E chi non fa download illegali? Paga pure lui. Insomma, si starebbe replicando per l’uso di Internet ciò che avvenne anni fa per i supporti vergini. Se qualcuno compra un CD o DVD vergine, lo fa sicuramente per copiare illegalmente musica, software e film, dunque ci vuole un balzello preventivo.
Sulla vicenda sono state presentate finora interrogazioni da alcuni parlamentari radicali e del Pd.
Intanto è la Corte di Cassazione, sia pure indirettamente, a ridimensionare gli appetiti della Siae. “Non commette reato il libero professionista che possiede e utilizza programmi per il computer privi del marchio Siae”, ha sentenziato ieri.
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