Posta Elettronica Certificata: chi è in regola e chi no
19 Gennaio 2010 Pubblicato da Pino Bruno
Il ministro Renato Brunetta critica gli Ordini professionali. “Entro il 28 Novembre 2009 – dice – tutti i professionisti si sarebbero dovuti dotare di una casella di posta, ma nulla è accaduto, colpa per lo più degli Ordini Professionali che hanno ritardato il processo, non prendendo troppo sul serio la richiesta di legge”. Brunetta ha ragione, gli Ordini hanno preso sottogamba la questione, ma come la mettiamo con la Pubblica Amministrazione?
“Su un campione di oltre 1.500 siti web della Pubblica Amministrazione che abbiamo esaminato – sostiene l’associazione Cittadini di Internet – solo 27 sono in regola con la prima parte dell’articolo di legge e nessuno con la seconda parte. Ad esempio: su 38 ministeri, nessuno è in regola; su 83 prefetture, nessuna è in regola”.
Insomma, prima di prendersela con gli Ordini, il ministro Brunetta dovrebbe tirare le orecchie ai suoi burocrati.
D’altronde la PEC è quella che è. Un sistema chiuso, adottato solo nel nostro paese. Quanto alla cosiddetta PEC gratuita (rilasciata da INPS e ACI), funziona solo a metà. Alla casella gratuita si può accedere soltanto via browser (non può essere configurata su Outlook e sugli altri client di posta elettronica) e poi la PEC di INPS e ACI può essere utilizzata solo per la corrispondenza con la Pubblica Amministrazione. Insomma, il cittadino deve comunque continuare a usare la sua vecchia casella postale, per interagire con tutti gli altri.
Più che di PEC, questo Paese avrebbe bisogno di banda (veramente) larga e meno gabelle (come quella, recentissima, che regala denaro alla SIAE), per sostenere l’innovazione.