Rete sotto assedio: editto bulgaro
15 Gennaio 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 15 Gennaio 2010
- ATTUALITA', SCENARI DIGITALI, SICUREZZA
- Bulgaria, censura, cittadinanza digitale, diritto all'informazione, internet, unione europea
- 3 Commenti
Paese che vai, censure che trovi. Così, mentre in Italia si pensa di equiparare il web alla televisione, per penalizzare “l’imprenditoria e la creatività multimediali italiane”, in Bulgaria il governo di Boyko Borissov si appresta a modificare la Legge per le comunicazioni elettroniche (ZES). Con il pretesto della lotta alla criminalità organizzata – dicono gli oppositori – si permetterebbe alla polizia di intercettare direttamente e a propria discrezione le comunicazioni via internet e via cellulare dei cittadini. Insomma, un altro paese dell’Unione Europeo segue la scia della normalizzazione della rete.
I bulgari non sono rimasti a guardare. Ieri a Sofia centinaia di cittadini hanno protestato davanti al Parlamento con orecchie di cartone e cartelli. “La Bulgaria non e’ Il Grande Fratello e il 2010 non e’ Il 1984!”, hanno scritto i manifestanti citando Orwell.
Sono state distribuite ai passanti cartoline con una foto ritoccata del ministro dell’interno, Tsvetan Tsvetanov. Due grandi antenne satellitari al posto delle orecchie. Secondo gli oppositori, il nuovo testo proposto dal governo violerebbe i diritti fondamentali della persona, tutelati dall’articolo 34 della Costituzione bulgara.
Il dibattito, sui giornali come in Parlamento, è molto acceso. E’ presto per dire come andrà a finire, certo è che la voglia matta di imbavagliare internet dilaga in tutto il vecchio continente.
————