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Bloom Energy: è vera rivoluzione?

I giornali italiani hanno snobbato Bloom Energy. Eppure la mini centrale elettrica – grande come un frigorifero – in grado di soddisfare le esigenze energetiche di un edificio, sembra una scoperta rivoluzionaria. Tale la giudicano le aziende che l’hanno acquistata e la usano: Google, Federal Express, Coca-Cola, eBay. La ritengono rivoluzionaria il governatore della California Arnold Schwarzenegger, l’ ex ministro della Difesa Colin Powell e il co-fondatore di Google Larry Page.

 

Dopo nove anni di progettazione e investimenti per 400 milioni di dollari, Bloom Energy è un prodotto concreto, commercializzato. La Bloom Box è una scatola al cui interno ci sono migliaia di piccole celle a combustibile – un pò più spesse di una carta di credito – in grado di produrre energia elettrica dal gas naturale o metano. Ogni scatola  potrebbe soddisfare la richiesta di elettricità di venticinque abitazioni negli Stati Uniti o addirittura cinquanta in Europa, dove in media ogni famiglia ne consuma metà. Energia pulita, senza emissioni nocive. Ogni frigorifero di produrrebbe 100 kWh.

A volerci credere, sembra la scoperta della pietra filosofale, ma il processo non ha nulla di esoterico. La tecnologia delle celle a combustibile per generare energia elettrica da una reazione elettrochimica di idrogeno e ossigeno, è conosciuta già dal XIX secolo. Il passo in avanti è la rinuncia a metalli costosi come il platino, per privilegiare il silicio, che – come si sa – è presente in abbondanza nella sabbia.

Ogni kWh prodotto con Bloom Box costerebbe dagli otto ai dieci centesimi di dollaro, contro gli undici centesimi dell’energia prodotta con il carbone.

 

Batteria di Bloom Box

Per quanto si possa risparmiare, la Bloom Box è pur sempre molto cara. Costa 800mila dollari chiavi in mano (dieci anni di garanzia, compresa la manutenzione). I produttori  – a cominciare dall’inventore-amministratore delegato di Bloom EnergyK.R. Sridhar  –  prevedono che tra cinque-dieci anni la mini centrale elettrica potrebbe costare appena tremila dollari.

Le Bloom Box, comunque,  si vendono già. Non ai privati ma alle grandi aziende. I trecento dipendenti di Bloom Energy ne sfornano una al giorno. Google dice di aver installato nel suo campus Bloom Box per complessivi 400 kW. In diciotto mesi sono stati prodotti 3,8 milioni di kWh. Aggiunge eBay che il quindici per cento del fabbisogno energetico della sede californiana è soddisfatto da Bloom Box.

Pubblicato da RG

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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