PRECISO Urban: a caccia di case fantasma con il satellite
10 Giugno 2010 Pubblicato da RG
La manovra economica del Governo ha riproposto il tema delle cosiddette “case fantasma”, con la regolarizzazione attraverso una sanatoria. Nel triennio 2007-2009, l’attività di foto-identificazione ha portato all’accatastamento di circa 530mila unità immobiliari urbane, cui corrisponde un incremento di rendita catastale di circa 257 milioni di euro. Sarebbero circa due milioni i fabbricati che in Italia sono sconosciuti al Catasto e ai comuni. L’uso del satellite si sta rivelando strategico, con il confronto – a distanza di tempo – delle immagini tele rilevate ad alta risoluzione. La situazione è in continua evoluzione e per questo deve essere rapida anche l’estrazione delle informazioni dai dati. Planetek Italia – società leader nella consulenza multi-disciplinare per lo sviluppo di Sistemi di Informazione Geografica (GIS) e di Osservazione della Terra (E.O.) orientati alla gestione del territorio – ha perciò realizzato PRECISO® Urban.
E’ un prodotto geo informativo per l’aggiornamento rapido della cartografia digitale. PRECISO® Urban è stato progettato per aiutare le Pubbliche Amministrazioni ad aggiornare il proprio livello di conoscenza sul territorio, e disporre così di una rappresentazione aggiornata dello stato dei luoghi. Può essere utilizzato per il monitoraggio della dinamica territoriale, per le attività di progettazione preliminare di opere e infrastrutture o a supporto delle attività di programmazione e pianificazione del territorio.
PRECISO® Urban permette di analizzare e controllare l’evoluzione dell’urbanizzazione e degli spazi cittadini, svolge un ruolo importante sia come supporto alle decisioni e alla pianificazione territoriale, che nella gestione delle problematiche legate allo sviluppo corretto e sostenibile del territorio.
L’accuratezza di PRECISO® Urban può essere ulteriormente migliorata con l’integrazione di rilievi GPS di precisione effettuati sul territorio.
La scala di visualizzazione è compresa fra 1:1.000 e 1:2.000 delle immagini satellitari, per limitare l’errore di digitalizzazione (errore introdotto dall’operatore e dallo strumento di digitalizzazione adottato) entro una tolleranza di 2 metri.