Tsunami: l’Europa cerca ingegneri specializzati nel preallarme
25 Giugno 2010 Pubblicato da Marco de Salvo
- 25 Giugno 2010
- BUONI ESEMPI, RETI, SCIENZE
- AMBIENTE, SCIENZE, Tsunami, unione europea
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L’Europa cerca ingegneri specializzati nel preallarme Tsunami, “per offrire la massima protezione ai paesi a rischio, e cioè quelli intorno al Mediterraneo e nel nord-est dell’Atlantico”. L’Unione Europea ha investito più di quattro milioni di euro nella ricerca, con il progetto DEWS – Distant early warning system – per sviluppare un sistema con buone capacità di dare allarmi preventivi. Il ricercatore responsabile di DEWS, Andreas Küppers del Centro di ricerca tedesco di geo-scienze Helmohltz-Zentrum Potsdam (GFZ), dice che i primi risultati sono positivi: “i sistemi precedenti avevano bisogno di undici o dodici minuti per rilevare un segnale e localizzare la fonte, adesso si può fare la stessa cosa in quattro minuti.”
Il progetto oggi è attivo per rilevare e analizzare episodi sismici nell’Oceano Indiano, valutare velocemente il loro potenziale Tsunami e avvertire i paesi a rischio, attraverso una rete di rilevatori, sismometri a banda larga, strumenti GPS basati sulla terra e sulla superficie del mare, mareografi e dispositivi di controllo della pressione del fondo dell’oceano.
I dati generati da questi strumenti vengono indirizzati attraverso satelliti a una stazione centrale a Jakarta, in Indonesia, dove vengono elaborati. Il software SeisComP3, sviluppato dal GFZ, determina rapidamente la magnitudine e la posizione dell’episodio sismico.
Quando il sistema rileva un terremoto tale da creare uno Tsunami, comincia ad analizzare e crea un modello del rischio. Ci vuole comunque molto tempo, anche con la grande potenza di calcolo messa in campo, per realizzare un modello di tsunami in tempo reale. Per individuare le aree a rischio, dunque, i ricercatori del DEWS usano raccolte di scosse di diverse magnitudini e fonti, associate a simulazioni dettagliate delle onde che potrebbero crearsi sulla costa dell’Oceano Indiano.
Oltre a questa sfida contro il tempo, il DEWS ha dovuto anche fare i conti con la difficoltà di avvertire venti paesi in cui si parlano molte lingue diverse e che spesso non vanno d’accordo dal punto di vista politico.
“Il nostro è un sistema multilingue che può distribuire diversi messaggi a persone diverse in lingue diverse,” ha sottolineato il professor Küppers. “È stato persino più difficile, politicamente, riunire tutti gli interessati intorno a un tavolo, ma siamo a buon punto anche per quanto riguarda questi problemi.”
Gli Tsunami del dicembre 2004 in Indonesia e Sri Lanka hanno causato la morte di 230mila persone, quando un segmento di 1.600 chilometri della placca tettonica indiana ha subito una scossa verso il basso al largo delle coste dell’Indonesia, provocando il secondo terremoto più forte mai misurato (9.2 di magnitudine) e onde anomale di 30 metri.
Per l’Italia partecipa al progetto DEWS l’Università di Bologna.