Libertà in rete: con il Transparency Report Google ci fa sapere chi censura e dove
21 Settembre 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 21 Settembre 2010
- APPROFONDIMENTI, BUONI ESEMPI, RETI, SCENARI DIGITALI
- censura, cittadinanza digitale, diritto all'informazione, google, internet, Iran
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La trasparenza dei dati può essere un deterrente alla censura delle libertà in rete, scrive David Drummond, Corporate Development and Chief Legal Officer di Google. Per questo il colosso del web ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini globali un potente strumento interattivo di conoscenza, il Transparency Report. Così chiunque può sapere quali governi chiedono a Google di rimuovere contenuti e dove, invece, i servizi di Google sono addirittura bloccati.
A volte la rete si rallenta o paralizza per motivi tecnici, ma ci sono tanti casi in cui c’è di mezzo lo zampino di regimi autoritari. Il Transparency Report aiuta a distinguere, perché i grafici – continuamente aggiornati – descrivono i modelli “storici” del traffico dati in ogni singola nazione. Insomma, si vede chiaramente se la rete si blocca perché c’è stato un guasto oppure perché è stato chiuso il “rubinetto” delle informazioni.
Ad esempio – sottolinea David Drummond – i grafici mostrano che YouTube è stato inaccessibile in Iran dal 12 Giugno 2009, a seguito della contestata elezione presidenziale.
Da qualche giorno Google ha aggiornato la Mappa delle richieste dei singoli governi con i dati dei primi sei mesi del 2010.
Iniziativa da apprezzare, anche se le finalità di Google non sono del tutto disinteressate. Se la rete si blocca, infatti, si ridimensiona anche il business della multinazionale.
Per quel che riguarda l’Italia, tra gennaio e giugno ci sono state 69 richieste di rimozione di contenuti, alcune delle quali per decisione della magistratura.