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Carta di Identità Elettronica come i banchi di scuola: sponsor cercansi

La Carta di Identità Elettronica  (CIE)  con gli sponsor, come i banchi di scuola? Da dieci anni l’Italia si arrabatta per tentare di sostituire il lenzuolo di cartoncino con un documento più consono alle esigenze di sicurezza nazionali e internazionali. La sperimentazione (chiamiamola così per decenza) ci è costata finora trecento milioni di euro, come ha ammesso venerdì scorso il ministro dell’interno, Roberto Maroni. Il risultato è che la CIE è rilasciata, a pagamento, da pochissimi comuni.

Il 5 novembre il ministro Maroni ha annunciato : “Abbiamo posto fine alla sperimentazione della carta d’identità elettronica e che andava avanti da 10 anni e che ha comportato una spesa di 300 milioni di euro. Apriamo un capitolo nuovo e cioè l’introduzione della carta d’identità come documento di sicurezza per tutti a costo zero a partire da quando si è neonati. Attraverso la registrazione delle impronte digitali nei Comuni  speriamo di arrivare anche prima della fine della legislatura all’utilizzo completo di questo nuovo strumento. Il nostro obiettivo resta quello di poter utilizzare questo documento per il voto elettronico“.

Il costo zero  di cui ha parlato il ministro dell’interno riguarda evidentemente la fine dell’esborso dei 25-30 euro richiesti ai cittadini che vogliono la Carta di Identità Elettronica. Chi si accollerà dunque la spesa? I comuni che devono emettere la CIE?

A Teramo devono aver sentito parlare dell’iniziativa dell’amministrazione provinciale di Barletta-Andria-Trani, quella – per intenderci – dei banchi di scuola con le targhette degli sponsor. Così l’assessore all’ anagrafe del Comune di Teramo, Mirella Marchese, ha deciso cheal fine di reperire le risorse finanziarie per l’istituzione della Carta di Identità Elettronica, l’amministrazione, in data odierna, indice un bando per l’individuazione di sponsor a sostegno del progetto. La quota minima di adesione pari ad euro 3000, garantirà: ai partner, per un periodo di 24 mesi, uno spot pubblicitario della durata di 30 secondi su uno schermo posizionato all’interno dell’ufficio anagrafe; all’amministrazione, di erogare il servizio a ‘costo zero’ per le casse comunali”.

Si accontenteranno, gli sponsor, dello spot? E se chiedessero il logo della ditta sulla Carta di Identità Elettronica, semmai accanto a quello della Repubblica Italiana?

L’idea di Teramo, a quanto pare, non è peregrina. I rumor riferiscono che alcune aziende lombarde siano disposte a fornire la CIE anche gratis. In cambio vorrebbero vendere infrastrutture e servizi alla pubblica amministrazione.

La Repubblica degli sponsor.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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