Giornalismi: riecco un guru che predice la morte dei quotidiani di carta
2 Novembre 2010 Pubblicato da Pino Bruno
- 2 Novembre 2010
- APPROFONDIMENTI, GIORNALISMI
- cittadinanza digitale, diritto all'informazione, internet, iPad
- 3 Commenti
Tocchiamo ferro, colleghi. C’è un altro guru che profetizza la morte dei giornali di carta e, come il mago Otelma, prefigura il ruolino della marcia funebre. I primi a dire addio al quotidiano da sfogliare saranno gli Stati Uniti nel 2017, seguiti da Gran Bretagna e Islanda nel 2019. Deadline mondiale nel 2040. Il novello Nostradamus si chiama Ross Dawson, esperto di comunicazione australiano e leading futurist (così si presenta sul suo sito).
Il suo rapporto – Newspaper Extinction Timeline – si basa su una serie di parametri considerati oggettivi:
FACTORS DRIVING THE PACE OF NEWSPAPER EXTINCTION
GLOBAL
Increased cost performance of mobile phones- Increased cost performance of tablets/ e-readers
- Development of high performance digital paper
- Changes in newsprint and print production costs
- Uptake of digital news monetization mechanisms
- Trends in advertising spend and allocation
- Development of open platforms
NATIONAL
Technology uptake
Fixed bandwidth availability and costs- Mobile bandwidth availability and costs
- Smartphone and e-reader penetration
Economic development
Economic growth rate- Wealth inequality
- Urban/ regional wealth disparity
Industry structure
Financial position of leading newspapers- Balance of advertising and print sales revenue
- Newspaper distribution structures
Demographics
Age structure, birth rates, and immigration- Degree of urbanization
- Increase in literacy
Government
Degree of regulation- Government financial support for media
- Censorship and obstruction
Consumer behaviors
Media channel preferences- Willingness to pay for news
- Relative interest in local and global news
I giornali di carta, dice Dawson, dovrebbero essere sostituiti da smartphone, tablet, eReader e altri dispositivi mobili. Perirà la carta, il modello della distribuzione, non il giornalismo, aggiunge il guru australiano. La transizione verso la distribuzione in rete, dipenderà infatti da fattori locali come sviluppo economico, regolamentazioni, sostegno pubblico all’editoria. (segue)