Identità digitale problema irrisolto
3 Gennaio 2011 Pubblicato da Massimo F. Penco
Il teorema che la proprietà o il possesso di un oggetto sia prova di averla usata, costituiscono un’ipotesi tutta da sfatare, soprattutto nel caso in cui l’identità di chi usa l’apparato non è più fisica bensì digitale. Questo vale ancor più per gli apparati localizzabili attraverso tecnologie (GSM o GPS). Cioè, il possesso o la proprietà di un apparato usato per comunicare non dà la certezza e la prova:
- Di chi ne fa uso;
- Del luogo fisico in cui si trova;
- Di quando lo abbia usato;
- Di quanto tempo lo abbia usato;
- In sostanza non è possibile stabilire che proprietà, possesso, uso, siano identificabili con una specifica persona fisica;
- Nessuna tecnologia è in grado di dare queste certezze;
- Gli apparati digitali, computer, cellulari, smartphone, eccetera, hanno vita e personalità autonoma, indipendentemente da chi ne ha la proprietà, li possiede e li usa.
Come vedremo, anche le più recenti ricerche tecnologiche sulla sicurezza non sono riuscite a risolvere completamente questa importante problematica e, per questo, l’identità digitale rimane un grosso problema irrisolto.
L’identità di chi opera con un computer/cellulare é nota solo a chi ne fa uso. L’operatore comunica, inserisce e riceve dati, sottoscrive digitalmente contratti, accetta clausole – interloquisce, insomma – con un’altra entità digitale, anch’essa sconosciuta.
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