La mappa dinamica su Google creata da Mibazaar continua a trasmettere un tweet dietro l’altro dalla Libia, con un intervallo di cinque secondi. La situazione a Tripoli diventa sempre più drammatica, stando alle brevi news postate sul social network. A quanto pare è l’unico strumento a disposizione dei dimostranti per far sapere all’estero cosa accade.
Facebook ha dato un contributo molto importante alla rivoluzione egiziana. Per questo il ventenne Jamal Ibrahim ha chiamato proprio così la figlia appena nata: Facebook. La notizia è stata pubblicata sul quotidiano del Cairo Al-Ahram.
Lo scenario della rivolta in Nord Africa, Medio Oriente e Golfo Persico è in continua evoluzione. In Libia continua il blackout digitale, dopo il blocco di Internet e il boicottaggio – da parte del regime – della rete di telefonia mobile e delle trasmissioni televisive via satellite. L’unico canale aperto, sia pure a singhiozzo, è Twitter.
Il colibrì, apprendo da Wikipedia, vive soprattutto nelle foreste tropicali dell’America centrale e meridionale. Se la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) statunitense ha scelto questa specie, per sperimentare il drone-spia più piccolo del mondo, significa che sono previste nuove turbolenze politiche nell’area? Certo in Afghanistan o in Iran il colibrì non ci azzecca. Darebbe