eGovernment all’italiana: il Click Day digitale e il bollo da acquistare al tabaccaio
1 Febbraio 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 1 Febbraio 2011
- ATTUALITA', E-GOVERNMENT
- consumatori, E-GOVERNMENT, internet, pubblica amministrazione
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Hai voglia a dire e scrivere di cose che leggi su comunicati stampa trionfalistici, che spacciano per innovazione digitale quegli stracci di eGovernment all’italiana che innovazione non sono. E i giornalisti, sempre più frettolosamente, sempre più superficialmente, tutti (o quasi) dietro. Prendiamo il caso del Click Day per la regolarizzazione degli immigrati. C’è un collega che il click ha provato a farlo sul serio, per aiutare una zia in difficoltà con la colf. La cronaca della sua esperienza è desolante ed esilarante allo stesso tempo.
Roberto Buonanno, editore italiano di Tom’s Hardware ed esperto informatico, racconta sul suo blog di essere “stato in ballo 3 ore per compilare un modulo online e poi capire come scaricare e far funzionare uno programmino in Java per l’invio della richiesta”.
E aggiunge: “…La cosa più bella però è la sorpresa nell’ultima pagina del modulo. “Ora vai dal tabaccaio, compra una marca da bollo telematica e inseriscine gli estremi”.
E poi: “…Ma la cosa più ridicola è che per inviare il modulo compilato sul sito bisogna scaricare un programma a parte. Ovvero, un’applicazione in Java, disponibile per Windows, Linux e Mac. Aggiungere un bottone “Invia” al modulo del sito era proprio impossibile? Ci credo che la mia zietta era andata in confusione…”.
Dulcis in fundo: “…Ho chiuso il programma e il panico mi ha colto quando alla radio e sui quotidiani ho letto che l’infausta applicazione Java avrebbe dovuto fornirmi una prova stampabile dell’orario di invio. Solo con molti tentativi e un po’ di pazienza ho capito che giornali, radio e TV come sempre raccontano un mucchio di sciocchezze, e che la ricevuta si scaricava dal sito del Ministero degli Interni”.
Fin qui la “prova su strada” del Click Day, fatta da un esperto di computer. E gli utenti “normali”?