Wikileaks: Bank of America ha chiesto di sabotare il sito
15 Febbraio 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 15 Febbraio 2011
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- controinformazione, disinformazione, WikiLeaks
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Scrive oggi Jerome Taylor su The Independent che la potentissima Bank of America avrebbe chiesto a un’agenzia di investigatori privati di boicottare Wikileaks con azioni di sabotaggio informatico. Attivisti di Anonymous, giornalisti e blogger hanno letto le mail inviate dalla banca all’agenzia HB Gary Federal , dopo averle trafugate, e le hanno pubblicate in rete.
Quella di Anonymous è stata una “vendetta informatica”, dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di HB Gary Federal, Aaron Barr, che sosteneva di essersi infiltrato con successo nell’organizzazione di hacker e di averne svelato dettagli sulla leadership e sulla struttura.
Bank of America avrebbe chiesto di sabotare WikiLeaks e screditare i giornalisti solidali con il sito di controinformazione.
C’è addirittura un PowerPoint in cui si afferma che tre compagnie per la sicurezza informatica – HB Gary Federal, Palantir Technologies e Berico Technologies – hanno preparato a un attacco contro WikiLeaks. L’azione doveva prevenire nuove rivelazioni di Wikileaks. Più volte, infatti, i collaboratori di Assange hanno detto di essere pronti a divulgare i “segreti” di Bank of America.
La presentazione in PowerPoint, esaminata dal reporter dell’Indipendent, sollecita un attacco contro WikiLeaks che comprenda l’invio di notizie volutamente false per minare la credibilità del sito, spianando la strada ad attacchi informatici che svelino le fonti di WikiLeaks e stanino i giornalisti vicini al sito di Julian Assange.
Tra loro è esplicitamente menzionato Glenn Greenwald, un reporter sostenitore di WikiLeaks negli Stati Uniti. Un’altra mail,scritta da Barr a un dipendente di Palantir, suggerisce che i dipendenti della compagnia dovrebbero rintracciare e intimidire chi fa donazioni a WikiLeaks.
Bank of America non sembra aver sollecitato direttamente i servizi di HB Gary Federal. Ha invece esposto l’idea a Hunton and Williams, studio legale che rappresenta l’istituto di credito.
Il portavoce di Bank of America ha negato tutto.
Fonti: The Independent, TMNews