Carta di Identità Elettronica: ci risiamo con gli annunci
27 Aprile 2011 Pubblicato da Pino Bruno
Un po’ faciloni, giornali e giornalisti (pure il Corriere della Sera del 26 aprile, con un titolo a sei colonne!) quando annunciano l’arrivo della Carta di Identità Elettronica che integrerà anche patente di guida, passaporto, codice fiscale e tessera sanitaria. Le tragicomiche vicissitudini della CIE italiana, più volte documentate in questo blog, consiglierebbero prudenza e meno enfasi. E’ dal 2001 che, chiunque sia al governo, si proclama la diffusione massiccia della Carta di Identità Elettronica.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Soltanto una minoranza di italiani ha in tasca il rettangolino di plastica con il microchip. La maggior parte continua a esibire il modello cartonato, talvolta scritto a mano, mentre i comuni “sperimentano” e i governanti promettono.
Per questo, anche l’annuncio del ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli (documento unico che oltre alla carta d’identità elettronica riassumerà anche il codice fiscale, la tessera sanitaria, la patente e il passaporto), andrebbe preso con le pinze.
Tra l’altro, in questi anni, c’è stata anche una marcia indietro sulle protezioni digitali per rendere la Carta di Identità Elettronica sicura e a prova di falsificazioni. L’Italia ha snobbato la tecnologia adottata per la Green Card americana, il documento più blindato del mondo.
E’ indubbio che ci sia una sovrabbondanza di documenti di identità, tutti facili da contraffare. Costano un sacco di soldi e sono il simbolo della mancata integrazione delle banche dati delle pubbliche amministrazioni che li emettono. E’ altrettanto indubbio che non c’è mai stato l’approccio giusto per superare diffidenze reciproche, resistenze burocratiche, clientele, superficialità tecnologica e farraginosità normativa.
Riuscirà Calderoli dove hanno fallito gli altri?
PS. Mi lascia perplessa la funzione Passaporto. Come la mettiamo con visti e timbri?