Estonia: i cyber-guerrieri della Nato contro le guerre digitali
5 Aprile 2011 Pubblicato da Pino Bruno
Olivier Guez, inviato speciale di Le Monde, è forse il primo giornalista ammesso a visitare uno dei luoghi più segreti del mondo: il CCDCOE, Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence della Nato a Tallin, in Estonia. Il K5, come lo chiamano gli estoni. E’ il centro nevralgico della difesa delle infrastrutture strategiche occidentali contro la guerra sporca, invisibile, che consiste nel tentativo di mettere in ginocchio città e nazioni paralizzando le reti informatiche.
Internet non è soltanto il luogo che conosciamo. Scrive il CCDCOE che “le forze armate moderne si stanno preparando a utilizzare il cyberspazio come campo di battaglia parallelo in futuri conflitti…. gli attacchi informatici condotti in concerto con le armi convenzionali, diventeranno la procedura operativa standard nelle guerre del futuro”.
Perché i cyber-guerrieri della Nato hanno scelto l’Estonia? Perché la piccola repubblica baltica, che fa parte dell’Unione Europea dal 2003 e della Nato dall’anno successivo, è forse il paese a più alta penetrazione tecnologica del mondo. L’Estonia è la patria di Skype e dell’eGovernment. A Tallinn e dintorni i cittadini possono fare tutto via internet. Votare alle elezioni politiche e amministrative. Pagare le tasse, consultare il catasto, prenotare una visita medica specialistica con lo smartphone.
Questo, insomma, non è un paese per analfabeti digitali. La scelta dell’Estonia era quasi obbligata. Quando l’Alleanza Atlantica ha deciso di dotarsi di una forza armata digitale, ha preso a modello l’esperienza della difesa nazionale estone.
Nel CCDCOE lavora l’élite della sicurezza informatica. Ci sono analisti, programmatori, amministratori di sistema, avvocati e, ovviamente, militari. Il responsabile della struttura è il colonnello estone Ilmar Tamm, ma ci sono ufficiali di otto nazioni, compreso il tenente colonnello italiano Marco De Falco.
“Dopo la terra, il mare, l’aria e lo spazio – dice a Olivier Guez il colonnello Tamm – il cyberspazio è adesso il quinto campo di battaglia”. In questi mesi si sta completando il libro bianco della difesa digitale della NATO, che sarà presentato a giugno.
Al giornalista di Le Monde, il tenente colonnello De Falco racconta l’esercitazione congiunta con lettoni, lituani, svedesi ed estoni fatta nella primavera del 2005, quando è stato simulato un enorme attacco informatico contro le reti occidentali. L’ufficiale italiano parla anche di Stuxnet, la bomba digitale che è riuscita a infettare trentamila computer in Iran e compromettere i programmi di arricchimento dell’uranio nella centrale nucleare di Bushehr.
“Non avevo mai visto niente di simile – risponde De Falco – chiunque lo abbia progettato ha genio e grandi risorse finanziarie e umane”.
Il reportage completo di Olivier Guez si può leggere qui.
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