Giornalismi: le voci globali di Global Voices Online
18 Aprile 2011 Pubblicato da RG
- 18 Aprile 2011
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- blogger, diritto all'informazione, social network
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Al Festival di giornalismo di Perugia c’era di tutto, com’è giusto accada in una kermesse così variegata e fitta di appuntamenti. Molte star e molti tromboni nostrani del video, della radio e della carta stampata. Prevaleva, per nostra fortuna, la presenza delle leve del nuovo giornalismo, giovani entusiasti e ben strutturati, anche se ancora svantaggiati nel portafogli, tenuti ai margini delle redazioni che contano (e pagano). Hanno fatto la differenza, durante incontri e dibattiti e nei capannelli davanti ai luoghi del Festival. I ragazzi di Global Voices Online, ad esempio.
Cos’è Global Voices Online e come funziona?
E’ un aggregatore di citizen journalists, nel senso che cerca di mettere insieme, sistematizzare, la migliore sintesi delle voci che arrivano dai vari mondi, soprattutto da quelli più lontani. Non si tratta di distanza geografica. Chilometri e miglia non c’entrano. Global Voices Online cerca di colmare il “buco nero” mediatico che condanna al buio quei luoghi. Rarissime eccezioni a parte, ci sono interi continenti o Paesi dei quali i Mainstream Media non parlano mai, salvo poi scoprirli all’improvviso (gli eventi in Nord Africa e Medio Oriente, ad esempio). Informazione a singhiozzo, non di prima fonte, spesso superficiale.
E invece.
“In ogni Paese del mondo – dice Global Voices Online – ci sono persone meravigliose che sono anche blogger. Li abbiamo invitati a diventare nostri collaboratori o redattori perché sono in grado di capire il contesto e la rilevanza dell’informazione, delle opinioni e delle analisi che ogni giorno vengono pubblicate nei loro Paesi e regioni sotto forma di blog, podcast, foto, siti, video blog, tweet, spazi Facebook…”.
Le notizie quotidiane di Global Voices Online sono tradotte – meglio, localizzate e contestualizzate – in diciassette lingue (adesso anche in italiano) diverse da traduttori volontari. Il network propone anche Advocacy e Threatened Voices (per la tutela della libertà di parola) e Rising Voices (per dare divisbilità a singoli gruppi e comunità).
Il progetto Global Voice Online è nato nel 2004 nel Berkam Center for Internet and Society della Harward Law School. I soldi arrivano da fondazioni statunitensi, contributi individuali, sponsor.
E’ un enorme bacino di informazioni, che permette ai giornalisti di tutto il mondo di fare verifiche, incrociare le fonti, approfondire. Non c’è copyright. Tutti i contenuti hanno licenza Creative Commons 3.0 e, dunque, si possono diffondere e pubblicare altrove.
Citando la fonte, ovviamente, abitudine semisconosciuta ai giornalisti italiani…
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