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Terrorismo: sniffatori digitali per scovare i laboratori dei bombaroli

Se gli sniffatori digitali del progetto Bonas fossero stati in funzione nel luglio del 2005, prima degli attentati alla metropolitana e al bus della linea 30 di Londra, probabilmente avrebbero salvato la vita alle numerose vittime di quella strage. Se tutto va bene, gli scienziati potrebbero completare il loro lavoro fra tre anni. Bomb factory detection by networks of advanced sensors (Bonas) è una rete wireless di rilevatori digitali che potrebbe prevenire attentati come quelli di Londra o Madrid.

Per fabbricare i loro ordigni, i terroristi usano sostanze chimiche che lasciano tracce nell’aria o negli scarichi fognari. Bonas nasce per annusare quelle tracce e dare l’allarme. Il progetto è finanziato dall’Unione Europea e, per l’Italia, ne fanno parte anche l’Enea e l’Aeronautica Militare.

Le tecnologie utilizzate per i sensori sono radar al laser, spettroscopia Raman, immunosensori  in grado di individuare le sostanze chimiche in base alla loro affinità con molecole biologiche.

Le bombe artigianali sono a base di prodotti che possono essere acquistati senza alcuna autorizzazione specifica (nitrato di ammonio, pepe nero, perossido di idrogeno, eccetera).

Per individuare i laboratori, Bonas prevede una prima fase di monitoraggio di aree molto vaste, con sensori in grado di rilevare i cambiamenti all’interno di un ambiente urbano. Questi sensori analizzerebbero a largo raggio composti volatili, residui e tracce nelle acque di scarico. Nell’eventualità di un allarme, nell’area circoscritta entrerebbero in gioco altri sensori, anche su unità mobili, per restringere ulteriormente il campo. La terza e ultima fase è la localizzazione dell’edificio sospetto, con l’intervento delle forze speciali antiterrorismo.

 

Fonti: Cordis, UE

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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