L’innovazione del tubo. Riccardo Luna ci regala i suoi Login
27 Luglio 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 27 Luglio 2011
- BUONI ESEMPI, GIORNALISMI, LIBRI
- e-book, innovazione tecnologica, LIBRI
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Alla fine l’ha fatto. Riccardo Luna ha impacchettato con cura i suoi Login e ce li ha regalati in confezione eBook. Brevi canti per l’innovazione – pubblicato da Add Editore – è una raccolta di Login, i brevi non/editoriali scritti dal giornalista da febbraio 2009, quando ha lanciato l’edizione italiana di Wired, fino a luglio scorso, quando ha smesso di dirigere il mensile.
Scrive Luna: “I testi qui raccolti non sono editoriali, anche se aprivano un giornale. E nemmeno post, anche se il tono era ugualmente informale. Tantomeno reportage, anche se spesso fotografavano fatti e personaggi in azione. Erano «login», ovvero le parole per connettersi, entrare in Rete: quando facendo il progetto di «Wired» scelsi di chiamare così la pagina del direttore, non avevo idea di cosa sarebbe diventata.
Per me soprattutto. In quasi trent’anni di articoli, mai mi era successo di riuscire a mettere tanta anima in quel che ho scritto come in questi login di «Wired». E i motivi sono essenzialmente due: sono stato fortunato a far debuttare la versione italiana di questo magazine, nel febbraio 2009, in un momento in cui, lentamente ma con sempre maggior convinzione, l’innovazione ci stava svegliando. Questi login raccontano da dove viene e perché è arrivata la primavera italiana e in piccola misura hanno contribuito a dar forza a questa voglia di voltare pagina e riprenderci il futuro che respiriamo adesso. E il secondo motivo sono stati i lettori: non solo lettori ma spesso attori del cambiamento in atto nel paese. «Wired», da questa prospettiva, non era un magazine e basta, ma un movimento che aveva anche un magazine bellissimo. Dal 4 luglio non sono più direttore di «Wired», ma non finisce qui, certo, andiamo avanti, saremo tanti”.
Ho scelto uno dei Login che ho più apprezzato, scritto ad agosto 2009:
“Alla fine gliel’ho detto.
Gli ho detto: la prima innovazione sarebbe quella di non fare mai più convegni sull’innovazione come questo. Ero nell’auditorium di Confindustria, mica nel tinello di casa. Seduto al centro del tavolo presidenziale a mezzaluna, davanti a una platea che sonnecchiava ormai da un paio d’ore. Facciamo un tavolo! era stata la proposta di uno del tavolo. No, facciamone quattro! aveva rilanciato un altro, evidentemente più ambizioso. Quattro bei tavoli e ci rivediamo tra un anno attorno a un quinto tavolo e vediamo quanto siamo stati innovatori!
Sembrava una riunione di falegnami. Allora gli ho detto: mai più. Mai più un convegno sull’innovazione che non sia trasmesso in diretta su Internet per dare modo a tutti di partecipare. Mai più in una sala senza wi-fi per collegarsi alla rete durante i lavori. Mai più, ma questo sarebbe ovvio, in un posto dove non c’è nemmeno la presa per attaccare il pc e tutti scrivono a mano mentre parlano convinti della necessità di «digitalizzare l’Italia». E mai più tavoli, gli ho detto. La digitalizzazione di questo Paese non è una roba di destra o di sinistra: è una cosa da fare subito, senza tanti discorsi, copiando gli altri che l’hanno già fatta. Al limite il tavolo si fa online: una pagina wiki, dove tutti possano partecipare e postare idee.
Così è nata Wikipedia: «Do you know crowdsourcing?» No, probabilmente. Almeno a giudicare dal decreto anticrisi arrivato qualche giorno dopo: annuncia sconti del 50 per cento sulle tasse «per chi investe in macchinari». Bello, giusto. Quali? Quelli della cosiddetta tabella Ateco. Cioè? Rubinetti, tubi, pompe, forni, cuscinetti, gru… Tutto, tranne l’hardware e il software.
L’innovazione del tubo.
* Mentre da noi si parla di innovazione come se fossimo negli anni ’60, altri hanno capito che con Internet si può costruire un mondo migliore. Persino più democratico. A volte un tweet ha più forza di un tavolo. www.whereismyvote.org”
Grazie Riccardo.
L’eBook gratuito si scarica a questo link
(ringrazio ebookgratis.it per la segnalazione)