Guerriglia Londra: carcere duro a chi ha usato Facebook
17 Agosto 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 17 Agosto 2011
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- Facebook, giustizia, Gran Bretagna, Norvegia, social network
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Non so se sia la prima volta che accade, in un paese a democrazia consolidata, ma comunque è uno dei primi casi di pesante condanna per aver incitato alla violenza tramite Facebook. Succede in Gran Bretagna, durante la resa dei conti per i saccheggi dei primi giorni di agosto. Il primo ministro David Cameron lo aveva promesso e i giudici si sono adeguati. Quattro anni di carcere a due giovani di Northwich e Warrington.
Il primo, ventenne, aveva creato un evento sul social network dal titolo inequivocabile: “Distruggere la città di Nortwich”. Il secondo, ventiduenne, aveva aperto la pagina “Organizziamo un tumulto”. Evento e pagina erano stati fatti cancellare quasi immediatamente dalla polizia. Indipendentemente dagli esiti degli appelli sul social network, il Tribunale di Chester ha emesso l’esemplare doppia sentenza. Il pubblico ministero ha sostenuto infatti che la pubblicazione su Facebook ha causato panico e allarme tra i cittadini, e questo basta.
Di diverso avviso gli attivisti per i diritti civili della Howard League for Penal Reform. Il portavoce, Andrew Neilson, ha detto a Sky News che: “se è vero che violenze e saccheggi sono un fattore aggravante, è pur vero che una condanna così pesante non tiene conto del rapporto causa ed effetto, tra quanto scritto su Facebook e quanto è accaduto dopo. La proporzionalità – sottolinea Neilson – è un principio chiave del sistema giustizia britannico”.
Tutti i giornali britannici riportano la notizia con particolare enfasi. Le foto segnaletiche dei due incitatori alla violenza via Facebook sono sulle home dei siti di informazione.
Sbatti il mostro in prima pagina, colpirne due per educarne cento. La dottrina Cameron si fa strada. E’ giusto e sacrosanto punire chi fa uso improprio e violento dei social network. L’avessero fatto in Norvegia con Breivik, forse non ci sarebbe stata la strage. Quattro anni di carcere, però, sembrano davvero troppi. Quanti ne dovrebbero dare agli speculatori che hanno messo (e continuano a mettere) in ginocchio l’economia mondiale e “causano panico e allarme tra i cittadini”?