Web sarai meno stupido e diventerai semantico
30 Agosto 2011 Pubblicato da Pino Bruno
- 30 Agosto 2011
- ATTUALITA', BUONI ESEMPI, RETI, SCENARI DIGITALI, SCIENZE
- linguaggi, SCIENZE, web semantico
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Mandate a mente questi nomi e questi volti, perché è molto probabile che la nuova frontiera del web sarà varcata da loro, giovani ricercatori di tutto il mondo, compresi tre italiani: Claudia D’Amato e Nicola Fanizzi (Università di Bari) e Umberto Straccia (Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione Alessandro Faedo di Pisa). Già, perché la nuova frontiera si chiama Web Semantico e loro sono i venticinque specialisti che condurranno il settimo workshop internazionale sul “Ragionamento con incertezza per il web semantico” (URSW Workshop) che si terrà dal 23 al 27 ottobre a Bonn, in Germania.
Cos’è il Web Semantico? Il web che prova a ragionare[1], la rete di dati che aiuta le macchine a capire il significato delle informazioni su internet.
Come funziona? Ampliando il network di pagine web collegate da iperlink, incastrando metadati leggibili dalle macchine, alla scoperta dei procedimenti che collegano tra loro le pagine. L’obiettivo è permettere agli agenti automatici di accedere a internet in modo più intelligente e svolgere compiti che oggi sono incombenza degli utenti.
Come si procede? Per incertezze successive. Oggi la tecnologia a base del web è pressoché incapace di gestire l’incertezza. Si tratta di portare a spasso un infante, per fargli comprendere le sinapsi della ramificazione dei contenuti dei siti, aiutarlo a ragionare.
Il web stupido potrebbe avere le ore (i giorni, le settimane, i mesi, gli anni) contati. L’incertezza diventerà certezza. Il sogno dei pionieri Roberto Busa e Tim Berners-Lee prima o poi si dovrà avverare.
Teniamo d’occhio queste pagine…
[1] Semantica: la scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti quando si tratti di nozioni o azioni, e da segnali morfologici quando si tratti di rapporti sintattici. In filosofia, parte della logica diretta a determinare i limiti di un linguaggio corretto e rigoroso mediante l’analisi dei ‘simboli’ linguistici d’uso comune; in senso più ristretto, lo studio delle relazioni esistenti fra espressioni linguistiche e il mondo cui si riferiscono o che dovrebbero descrivere (Il Devoto-Oli 2012)