ACTA deciderà la Corte di Giustizia europea
22 Febbraio 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 22 Febbraio 2012
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- ACTA, copyright, Corte di Giustizia Europea, internet, unione europea
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Un tweet della Commissaria Europea Viviane Reding e l’ACTA sembra destinato al cestino della carta straccia, almeno nel vecchio continente. La Commissione UE ha deciso di adire la Corte di giustizia sull’accordo commerciale contro la contraffazione ACTA, per verificarne e chiarirne ”la legalità”. Il passo della Commissione era inevitabile, dopo il passo indietro formale di Germania, Polonia, Repubblica ceca e Slovenia e dopo la sentenza del 16 febbraio della Corte di Giustizia. Quella stessa Corte dovrà adesso esprimersi sulla legittimità dell’accordo ACTA in rapporto alla normativa europea su libertà di espressione e libertà di informazione via Internet.
The European Commission has therefore decided today to ask the European Court of Justice for a legal opinion to clarify that the ACTA agreement and its implementation must be fully compatible with freedom of expression and freedom of the Internet (Viviane Reding, 22 febbraio 2012)
Lo sottolinea Viviane Reding nel suo comunicato: “Per l’Unione europea, la libertà di espressione e la libertà di informazione sono diritti fondamentali, indipendenti da frontiere e mezzi tecnologici. Essi sono sanciti nella Carta dell’Unione europea dei Diritti fondamentali, che prevale su tutta la legislazione dell’UE, ivi compresi gli accordi internazionali conclusi dall’Unione europea.
Nell’Unione Europea pertanto Internet deve essere liberamente accessibile.
Anche la proprietà intellettuale è un diritto fondamentale riconosciuto dalla UE. Esso garantisce che le creazioni artistiche degli autori sono protette. Tuttavia, questo non è un diritto assoluto fondamentale. Pertanto la politica dovrebbe mirare a bilanciare il rispetto reciproco per entrambi i diritti fondamentali, senza mettere in dubbio la loro essenza. Libertà dei diritti di proprietà intellettuale e libertà di informazione non devono essere nemici ma dovrebbe essere partner!
…La protezione del copyright non può mai essere una giustificazione per eliminare la libertà di espressione o la libertà di informazione. Per questo motivo bloccare Internet non può essere una opzione percorribile. , Abbiamo bisogno invece di trovare modi nuovi, moderni e più efficaci per la protezione delle creazioni artistiche, che tengano conto degli sviluppi tecnologici e della libertà di Internet…
Questa situazione non può e non deve essere modificata dall’accordo ACTA, che è stato negoziato dalla Presidenza dell’Unione europea ed è attualmente in discussione al Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali degli Stati membri della UE…
…La Commissione europea oggi ha pertanto deciso di chiedere alla Corte di giustizia europea un parere legale sull’ACTA”.
Sarà difficile, per la Corte di Giustizia, smentire se stessa.
L’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (meglio noto come ACTA) è un accordo commerciale plurilaterale volto a dettare norme più efficaci per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare copyright, proprietà intellettuali e brevetti su beni, servizi e attività legati alla rete. Altro obiettivo dell’accordo è quello di armonizzare le regole preesistenti con l’Accordo_TRIPs (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), uno dei più importanti strumenti giuridici internazionali in tema di diritto industriale recepito nell’ordinamento italiano con la Legge 29 dicembre 1994 n. 747.
L’ACTA è stato siglato a Tokyo il 26 gennaio 2012 tra 22 dei 27 Stati membri dell’Unione europea tra cui l’Italia (non hanno firmato Cipro, Repubblica d’Estonia, Repubblica Slovacca, Germania e Paesi Bassi) e gli Stati che hanno adottato l’ACTA già nell’ottobre 2011: l’Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, gli Stati uniti messicani, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la Confederazione svizzera e gli Stati Uniti d’America. Il Parlamento europeo è stato chiamato a ratificare l’accordo l’11 giugno 2012.
L’accordo è stato molto criticato poiché oggetto di negoziati riservati fra gli Stati e ritenuto lesivo dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini europei e non europei al punto da innescare una vasta mobilitazione internazionale guidata da La Quadrature du Net. (Da Wikipedia)