Droni al servizio del giornalismo
11 Marzo 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 11 Marzo 2012
- GIORNALISMI
- controinformazione, drone, Occupy Wall street, robot
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Ci sono droni di guerra (che non ci piacciono) e droni che potrebbero essere utili per fare buon giornalismo e controinformazione. Fotocamere e videocamere sistemate su piccoli droni già in commercio a prezzi abbordabili (intorno ai 300 euro), manovrabili con uno smartphone, possono sorvolare luoghi altrimenti inaccessibili e documentare eventi anche in diretta. Grandi manifestazioni, fatti di cronaca, eccetera. Quando la polizia è intervenuta per far sgombrare Zuccotti park a New York, uno degli attivisti di Occupy Wall Street, Tim Pool, ha mandato in volo un drone Parrot AR dotato di fotocamera e controllato da iPhone che ha scattato immagini a ripetizione. Tim Pool ha modificato il software per poter trasmettere in diretta le foto su Internet. Il drone è stato così ribattezzato OccuCopter e su questa pagina Tim racconta i particolari tecnici della sua azione.
L’autunno scorso a Varsavia un drone munito di videocamera ha ripreso dall’alto una manifestazione di protesta. Il video del RoboKopter Zamieszki è finito su YouTube, dov’è stato visto finora da più di 600mila utenti.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9vOor1xmVDs[/youtube]
In Australia un drone guidato da giornalisti ha sorvolato l’inaccessibile centro di detenzione per immigrati di Christmas Island, molto simile ai nostri CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione). Lo vedete in azione in questo video (a partire dal minuto 07.04).
Un giornalista che lavora per l’Università del Nebraska, Matt Waite, ha fondato il Drone Journalism Lab, per condividere risorse sull’argomento e discutere dei vari problemi, anche legali, sull’uso dei droni da parte dei cronisti.
The College of Journalism and Mass Communications at the University of Nebraska-Lincoln established the Drone Journalism Lab in November 2011 as part of a broad digital journalism and innovation strategy. Journalism is evolving rapidly, and journalism education must evolve with it, teaching new tools and storytelling strategies while remaining true to the core principles and ethics of journalism. The lab was started by Professor Matt Waite as a way to explore how drones could be used for reporting.
In the lab, students and faculty will build drone platforms, use them in the field and research the ethical, legal and regulatory issues involved in using pilotless aircraft to do journalism.
Journalists are increasingly faced with two problems: a growing appetite for unique online video in an environment of decreased budgets; and restricted or obstructed access to stories ranging from disaster coverage to Occupy Wall Street protests. The technology behind autonomous and remotely piloted vehicles is rapidly moving from military applications to the point where private citizens can own and operate their own drone. At the same time, high definition and 3D video cameras are getting smaller, cheaper and lighter. Paired with global position devices, they make ideal additions to an airborne platform.
In short, drones are an ideal platform for journalism.
Oggi i droni in commercio hanno problemi di autonomia, in genere possono volare al massimo per un quarto d’ora, ma è soltanto questione di tempo.
A maggio, ad esempio, sarà in commercio anche in Italia il nuovo Parrot AR.Drone 2.0, quadricottero hi-tech che può essere pilotato via Wi-Fi con smartphone o tablet. Imbarcherà una videocamera ad alta definizione (1280×720) e potrà scattare foto e registrare video da condividere sui social network e scaricare su una chiavetta USB.
Ecco alcuni dettagli tecnici:
L’interfaccia di pilotaggio AR.FreeFlight 2.0 è un’applicazione per smartphone o tablet iOS e AndroidTM. Grazie al magnetometro 3D, AR.Drone 2.0 riconosce il proprio orientamento rispetto allo smartphone, che diventa il punto di riferimento per il quadricottero.
Il cuore di AR.Drone 2.0 contiene dei MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems).
Un accelerometro a 3-assi, un giroscopio a 3-assi, un magnetometro a 3-assi e un sensore di pressione danno a Parrot AR.Drone 2.0 una stabilità sorprendente:
• 2 sensori a ultrasuoni analizzano l’altitudine del volo fino a 6 metri. Un sensore di pressione completa il device, per un’elevata stabilità verticale.
• 4 pale, specificatamente progettate per AR.Drone 2.0, consentono voli particolarmente fluidi.
• Una seconda videocamera, posizionata sotto il quadricottero e connessa all’unità inerziale centrale, misura la velocità del velivolo utilizzando un sistema comparativo di immagini.
Parrot AR.Drone 2.0 è dotato di 2 scocche di protezione con profili specificatamente progettati. Realizzate in EPP (materiale utilizzato nella progettazione dei paraurti per auto), le cover sono leggere, molto resistenti e proteggono il quadricottero.
Per i voli outdoor, la cover di protezione profilata – disponibile in 3 colori (arancione/giallo; arancione/verde; arancione/blu) – riduce la resistenza del vento e facilita la maneggevolezza e la stabilità di AR.Drone 2.0.
Se utilizzato indoor, una seconda cover protegge le pale da ogni impatto. La cabina di pilotaggio bianca e nera, sottolineata da strisce rosse, dona al quadricottero un aspetto misterioso ed elettrizzante. Infine, i diodi elettroluminescenti (verdi davanti, rossi sul retro), posizionati sul carrello di atterraggio, aiutano il pilota a monitorare l’orientamento nello spazio di AR.Drone 2.0 per un volo più facile.
Piattaforma di sviluppo Open
Al fine di aumentare l’utilizzo di Parrot AR.Drone 2.0 e la sua compatibilità con altri sistemi operativi, e di sviluppare applicazioni di volo, Parrot mette a disposizione un kit di sviluppo software agli sviluppatori e ai membri delle community Apple® e AndroidTM.
Gli sviluppatori possono accedere al codice sorgente usato per far volare AR.Drone 2.0 registrandosi su https://projects.ardrone.org .
Parrot AR.Drone 2.0 utilizza una batteria ai polimeri di litio ricaricabile in dotazione.
Parrot AR.Drone 2.0 sarà disponibile a partire da maggio 2012 presso Euronics, Fnac, Gamestop e Mondadori Multicenter e costerà 303 euro.
Droni al servizio del buon giornalismo, nuovi occhi per la democrazia. Perché no?
PS. Se tra i lettori c’è qualche giurista, sarebbe interessante sapere se ci sono vincoli legali al volo dei quadricotteri….
Fonti: Drone Journalism Lab, OWNI, Parrot