Un cittadino complesso
12 Aprile 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 12 Aprile 2012
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Il solito tiggì, la solita conduttrice, la solita commemorazione, che non merita neanche un servizio chiuso. Le meste immagini scorrono sullo schermo e la voce fuori campo recita la litania: c’era questo, c’era quello, personalità e “tanti semplici cittadini”. Eccoli lì. Chi ha deciso che sono semplici, quei cittadini? Perchè sono semplici? Possibile che nessuno di loro non fosse tale?
Interrogo i dizionari:
“Detto di persona, semplice è chi è privo di malizia, si comporta senza affettazione ed è sincero nel parlare e nel sentire. Analoga sincerità è suggerita da schietto, che indica chi è leale, si esprime con franchezza ed è incapace di fingere. Una persona aliena dalle finzioni, che lascia scorgere ciò che pensa, sente o vuole si definisce anche trasparente. Chi è semplice, schietto o trasparente può essere talvolta anche un po’ ingenuo, cioè portato a fidarsi troppo degli altri o a credere eccessivamente alle loro parole” (Zingarelli 2012).
Come caspita ha fatto la conduttrice (o chi ha scritto il testo) a dedurre che si trattasse di cittadini “semplici”, e non semmai di persone
“complesse, enigmatiche, furbe, scaltre, astute, maliziose, sofisticate…” (Sinonimi e Contrari, Il Devoto-Oli 2012)?
Insomma, tutt’altro che semplici?
È il giornalismo da bere, quello che ci ubriaca di luoghi comuni, di frasi fatte e sentite dire. Lo stesso delle interviste al citofono, delle domande topiche ai disgraziati: “come si sente”? “cosa prova”?
Ecco, uno sberleffo complesso, ci vorrebbe.