Agenda digitale: e se davvero ascoltassero i cittadini?
2 Maggio 2012 Pubblicato da Pino Bruno
Ci sono già novantatré idee/proposte/sollecitazioni sul sito che il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha approntato per invitare i cittadini a discutere di strategia digitale in Italia. Forse mi sbaglio, ma è la prima volta che un governo italiano promuove un’iniziativa del genere. Che poi possa trattarsi di fumo negli occhi è un altro discorso. Si vedrà alla fine, quando, se e quante idee saranno prese in considerazione dall’esecutivo. L’IDEARIO è dunque “discussione aperta a tutti i cittadini, imprese e organizzazioni della società civile che intendano proporre delle idee inerenti agli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana”. Ognuno può aggiungere un’idea, discutere e votare quelle degli altri.
Le idee già postate non sono affatto male. C’è chi propone “Libri di testo scolastici digitali e accessibili”, chi chiede di “Migliorare la PEC”, cioè la Posta Elettronica Certificata, chi suggerisce di “Incentivare l’uso di vetture elettriche”, chi invoca “Banda larga ovunque” e “Banda larga anzi larghissima per tutte le scuole”, chi sollecita “H2O (home to office) – L’home banking della PA”, cioè “un ambiente su Internet unitario in cui – come tutte le piattaforme di home banking – il cliente della PA ovvero il cittadino possa trovare tutte le informazioni e svolgere tutte le disposizioni che gli servono (integrando gli ottimi servizi di INPS e ACI)”.
Insomma, roba da paesi scandinavi, che il vero eGovernment ce l’hanno da molti anni.
La discussione – fanno sapere i promotori – rimarrà aperta per tutta la durata dei lavori della cosiddetta Cabina di Regia. Il decreto Digitalia è previsto per la seconda metà di giugno, e dunque idee e proposte devono affluire abbastanza in fretta per essere valutate ed eventualmente incluse nella relazione finale. Nei prossimi giorni sul portale del MIUR sarà pubblicato il calendario dei vari passaggi. La riflessione proseguirà anche dopo la redazione della bozza di decreto.
Come funziona? Ci sono tre fasi:
1) I cittadini inviano le loro idee
2) La comunità discute e vota le idee migliori
3) Le idee più votate salgono in cima alla lista: diventano più visibili e acquistano maggior valore all’interno della piattaforma.
Forza allora con le idee e – se sarà solo fuffa – ne parleremo dopo il varo del decreto.