Il suo router è fuorilegge. Concilia? Fanno 150mila euro
5 Luglio 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 5 Luglio 2012
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- agenda digitale, economia, router, telecomunicazioni
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Ah l’Italia del sole, del mare, dei giacimenti culturali e delle leggine da azzeccagarbugli che sembrano essere fatte apposta per complicare la vita delle aziende che cercano di tenere in vita l’economia! C’eravamo illusi. La norma che prescrive l’iscrizione a un albo per tutti coloro che vogliono montare router o altri dispositivi di rete, pena sanzioni comprese tra 15mila e 150mila euro, non è mai stata abrogata. A nulla è servita l’ondata d’indignazione seguita all’approvazione del Decreto Legislativo 26 ottobre 2010, n.198. E’ arrivato il governo dei liberalizzatori, dei castigamatti di Ordini e Albi professionali, ma l’ALBO DEGLI INSTALLATORI DI ROUTER E CERTIFICATORI DI RETE INTRANET è vivo e lotta insieme a noi. Un’altra chicca, per i registi dell’Agenda Digitale Italiana.
Mi scrive Alessandro Feltrin, esperto di sicurezza informatica: “…credo che una delle ragioni per cui questa legge non sia stata ancora modificata o rimossa sia in buona parte dovuta al fatto che non se ne conosce ancora il suo dannoso contenuto e le verifiche ispettive non sono ancora cominciate”.
Già, Alessandro, ne vedremo delle belle quando gli ispettori busseranno alla porta di migliaia e migliaia di aziende: “Favorisca la sua LAN, per piacere”, manco fosse la patente di guida. “Guardi, la sua LAN ha lo switch scappellato a sinistra. Fanno 150mila euro. Concilia?”.
“Con questa norma – scrive ancora Alessandro Feltrin – viene a rendersi obbligatoria la certificazione della rete intranet da parte di un’azienda abilitata e appartenente ad un certo registro (peraltro non meglio specificato). In pratica qualsiasi azienda che disponga di un’uscita verso Internet e abbia un minimo di infrastruttura informatica a valle del Router dell’ISP deve fare i conti con questa legge. Vengono fatte distinzioni tra un’architettura ‘semplice’, per la quale il proprietario può permettersi di fare da sé, e architettura ‘complessa’ dove invece diventa obbligatorio rivolgersi ad un’azienda abilitata.
Cosa si intende per “architettura semplice”? Si intende un’infrastruttura a valle del Router dell’ISP che sia limitata ad un massimo di 10 punti rete. In pratica un’abitazione o un piccolo studio professionale.
Tutto ciò che eccede i 10 punti è da considerare ‘complesso’. Quindi qualsiasi cosa che si intenda mettere a valle del Router perimetrale, che sia un Firewall, uno o più switch, PC, Servers, Stampanti, Access Point Wi-Fi, eccetera, deve essere contato a livello unitario e se la somma supera il valore di 10 … ecco che bisogna farsi certificare l’impianto (o farselo realizzare ex-novo)”.
Fini qui Alessandro Feltrin. Aggiungo che si tratta di una norma assurda, anacronistica, medievale, che non tiene conto del contesto economico e tecnologico, oltre che del buon senso. E’ un ulteriore freno allo sviluppo.
Qualcuno si metta in contatto con la cabina di regia di Agenda Digitale Italiana e glielo racconti!
Link utili:
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/10198dl.htm
http://www.installatoritelefonici.it/decreto-legislativo-198-26-ottobre-2010.php