Azzecca-Garbugli sguazza nelle rete e la privacy muore
16 Agosto 2012 Pubblicato da Pino Bruno
- 16 Agosto 2012
- APPROFONDIMENTI, ATTUALITA', SCENARI DIGITALI
- cittadinanza digitale, privacy
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Il dottor Azzecca-Garbugli sguazza nella rete. Hai voglia a cliccare sempre su “Ho letto e accettato le condizioni di utilizzo”. In realtà non ho letto proprio nulla e chissà quale patto col diavolo ho sottoscritto. D’altronde se non accetti e clicchi non puoi fare un tubo, navigare oltre quella soglia, farti assegnare un indirizzo di posta elettronica, consultare documenti, acquistare un libro o qualsivoglia altro prodotto, far parte di un social network. Accetti e clicchi questo mondo e quell’altro, perché sfido chiunque a leggere pagine e pagine zeppe di norme astruse, condizioni e controindicazioni, tutto e il contrario di tutto, quasi sempre in inglese o tradotte maccheronicamente in italiano. Il personaggio manzoniano permea il web, lo avvolge nella sua trama di codicilli, pronto a fotterci se qualcosa non va per il verso giusto.
Come difendersi? Fate un salto su questo sito, sapientemente creato da Hugo Roy, studente dell’Institut d’études politiques (IEP) di Parigi, per rendervi conto che
“Ho letto e accetto i Termini” è la più grande menzogna sul web.
Hugo e altri Hacktivisti si sono proposti di tradurre l’azzecca-garbugliese in un linguaggio semplice, comprensibile a tutti. Obiettivo: sintetizzare le condizioni d’uso di siti e servizi online, rivelare le insidie nascoste nei paragrafi a piè di pagina di ogni form di registrazione.
Il gruppo ha preso spunto da uno studio condotto dai ricercatori americani Aleecia M Mcdonald e Lorrie Faith Cranor, secondo i quali ci vorrebbero settantasei giorni per leggere tutte le condizioni d’uso in cui ci si imbatte in un anno. Si dovrebbe consultare un avvocato prima di cliccare e accettare, il che è impossibile.
La maggior parte di noi sottoscrive senza leggere e va avanti facendo finta di niente, ma ogni clic, ogni acconsento, è un pezzo di privacy che va via.
Tutti uguali? No, c’è la solita eccezione che conferma la regola: Wikipedia. L’enciclopedia partecipativa è un valido esempio di norme comprensibili e trasparenti, come si può constatare cliccando qui.
Nel resto della rete impazza Azzecca-Garbugli.
Fonti: Le Monde, The Atlantic.