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Accademia della Crusca pluricentenaria ma giovane

L’Accademia della Crusca è ormai su Facebook, con una pagina raffinata e piena di belle immagini, su YouTube, con un canale dedicato, e domani, dopo dieci anni, rinnoverà anche il suo sito internet. A quattro secoli dalla nascita, l’istituzione culturale amplifica il suo rapporto con web e social network. Il portale dedicato alla lingua italiana è stato completamente trasformato per grafica e contenuti. Tappa obbligata per seguire le evoluzioni dell’italiano. Quanto alle involuzioni, il linguista Tullio De Mauro getta acqua sul fuoco.

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Marco Biffi, responsabile delle pagine web dell’Accademia, presenta il nuovo portale, attivo dal 7 novembre

 

”L’italiano – dice De Mauro – è sopravvissuto nelle sue strutture e nelle sue forme più tipiche a ‘tragedie’ ben peggiori dei messaggini o dei tweet. Ancor oggi, in sostanza, parliamo la lingua di Dante nonostante guerre, carestie ed altri enormi calamità della storia. Del resto la nostra lingua, in passato, ha già dimostrato di saper ‘resistere’ nella sua essenza fondamentale a forme di uso del linguaggio estremamente sintetiche, basti pensare al telegrafo”.

Il nuovo portale web dell’Accademia della Crusca

Tweet come il vecchio cablogramma?  Perché no. Sostiene De Mauro che ”bisogna guardare con serenità alle nuove forme linguistiche suggerite delle tecnologie più avanzate: ed internet è, anche da questo punto di vista, uno strumento assai prezioso. Grazie alla rete, all’estero come da noi, è oggi possibile costruire e diffondere dizionari storici e scientifici le banche dati dei quali, proprio per mezzo della piattaforma informatica, possono raggiungere pubblici impensabili anche nel passato più prossimo”.

E poi, non è questione di strumenti e di tecnologie. Oggi – dice ancora De Mauro – “i trattati di filosofia vengono ancora scritti nel consueto, verboso stile di sempre, e aggiungerei purtroppo”.

Un po’ di storia:

L’Accademia della Crusca è sorta a Firenze tra il 1582 e il 1583, per iniziativa di cinque letterati fiorentini (Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi) ai quali si aggiunse subito Lionardo Salviati, ideatore di un vero programma culturale e di codificazione della lingua. Dalle loro animate riunioni, chiamate scherzosamente “cruscate”, derivò il nome di “Accademia della Crusca”, vòlto poi a significare il lavoro di ripulitura della lingua. L’istituzione assunse come proprio motto un verso del Petrarca – “il più bel fior ne coglie” – e adottò una ricca simbologia tutta riferita al grano e al pane.

Fin dall’inizio l’Accademia ha accolto studiosi ed esponenti, italiani ed esteri, di diversi campi: oltre a grammatici e filologi, scrittori e poeti (Tassoni, Maffei, Maggi, Monti, Leopardi, Manzoni, Carducci, ecc.), scienziati (Galilei, Redi, Torricelli, Malpighi), storici (Muratori, Botta, Capponi), filosofi (Voltaire, Rosmini), giuristi e statisti (Witte, Gladstone).

L’opera principale dell’Accademia, il Vocabolario (1612; ampliato e ripubblicato più volte fino al 1923), pur sottoposta ad attacchi per i limiti che poneva all’uso linguistico vivo, ha dato un contributo decisivo all’identificazione e alla diffusione della lingua italiana e ha fornito l’esempio ai grandi lessici delle lingue francese, spagnola, tedesca e inglese (Fonte: Accademia della Crusca). 

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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