Una parola al giorno: geek
7 Gennaio 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 7 Gennaio 2013
- UNA PAROLA AL GIORNO
- geek, linguaggi
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Una parola al giorno toglie il digital divide di torno. La parola di oggi è geek (la pronuncia esatta è ghic, ma se dite gic va bene lo stesso): i gechi[1] si attaccano ai muri e i geek ai computer. Nello slang informatico sono gli appassionati dei computer e della rete, con tendenze talvolta maniacali. Ecco come lo scrittore Douglas Coupland ha descritto con ironia le fisime dei geek: “Molti geek non hanno una vera sessualità: hanno soltanto un lavoro.
Secondo me, la sequenza degli eventi è: si procurano un lavoro alla Microsoft o in qualunque altro posto appena finiscono la scuola e sono così eccitati per il fatto di avere un ‘lavoro’ e soldi che non riescono nemmeno a immaginare di dare inizio spontaneamente a un rapporto, ma poi a un certo punto si svegliano e hanno trent’anni e non fanno sesso da otto. E sono sempre entusiasti di conferenze e fiere e arrivano persino a vantarsene, ma da lì non nasce mai niente e la vita regredisce alla relazione primaria: il geek e la macchina. I maschi geek non sanno come comportarsi con donne vive e vegete, perciò si limitano a supporre che sia un problema di interfaccia utente. Non è colpa loro. Aspettano solo che qualcuno inventi la versione successiva: qualcosa di più ‘user friendly’“.
I geek comunque non si curano dei critici. Li snobbano. Da qualche anno Wired propone la Geekipedia, enciclopedia sul mondo web che fa il verso al colosso Wikipedia, si alimenta del contributo dei geek di tutto il mondo e contiene alcune chicche imperdibili.
A proposito. Noi geek stiamo sulle balle a molti, salvo poi diventare “indispensabili” quando gli aggeggi digitali di chi ci sfotte vanno in tilt.
[1] L’etimologia di geek è incerta. Secondo alcuni il termine avrebbe origine dalla capacità dei gechi (in inglese gecko) di aderire con le zampe a molte superfici. Wikipedia nega questa relazione e dice che la parola risalirebbe al termine dialettale inglese geck (sciocco), che si ritrova anche nel basso tedesco Geck col significato di pazzo. Nel XIX secolo il termine indicava una persona che inghiottiva animali vivi, insetti, etc., come forma di spettacolo nell’ambito di fiere e feste.