Ammazza Blog, a volte (purtroppo) ritornano
16 Maggio 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 16 Maggio 2013
- ATTUALITA', SCENARI DIGITALI
- blogger, censura, diritto all'informazione, intercettazioni
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A volte (purtroppo) ritornano. La legge ammazza-blog sta per spuntare di nuovo in Parlamento, al seguito delle proposte PdL per le intercettazioni. I dettagli non sono ancora noti ma le avvisaglie sono preoccupanti, poiché l’idea è quella di rifarsi alla vecchia proposta Alfano del giugno 2009, approvata poi dal Senato nel 2010 e quindi finita nel dimenticatoio della Camera nell’ottobre 2011. Il primo tentativo – è doveroso rammentarlo – risale al 2008, quando al governo c’era il centrosinistra e il promotore, Ricardo Franco Levi (PD), era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Adesso si parla di tre proposte di legge firmate rispettivamente da Maurizio Bianconi, Domenico Scilipoti ed Enrico Costa.
Tralasciando al momento il nodo intercettazioni, va ricordato che la proposta Alfano conteneva una norma definita fuori dal palazzo come Ammazza-Blog. Il tema del dibattito era legato alle responsabilità dei gestori dei siti Web e al loro obbligo di rettifica sui contenuti pubblicati. Un obbligo che i legislatori PdL avrebbero voluto automatico, quindi alla semplice richiesta effettuata dai soggetti che si ritenevano lesi nella reputazione o consideravano i testi non veritieri. Il tutto dimenticando che esiste già una legge che si occupa di questi casi, ovvero quella sulla diffamazione.
“Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, riporta il comma 28 dell’articolo 1 del DDL. La norma non prevedeva la possibilità di replica e per di più sanzionava la mancata rettifica fino a 12mila euro.
Ai tempi si scatenò il finimondo soprattutto perché l’obbligo di rettifica per qualsiasi sito (blogger compresi) si sarebbe tradotto in una limitazione della libertà di parola e espressione, almeno secondo gli esperti.
Da allora vi sono stati altri tentativi: l’ultimo è dell’aprile 2012 quando nella bozza sulle intercettazioni dell’ex guardasigilli Paola Severino è rispuntata la storia della rettifica.
Il Parlamento al momento sembra essere spaccato sull’argomento. Molti hanno fatto notare il momento inopportuno per presentare un disegno di legge così controverso. Il rischio è quello di legare il destino del Governo a un’iniziativa che non sembra rientrare fra le priorità del paese.
“In Parlamento si ricomincia a parlare di intercettazioni. E quando se ne parla si finisce per ipotizzare anche sanzioni per i giornalisti che venuti in possesso dei testi li rendono pubblici. Il rischio è che si ripeta l’indecente spettacolo a cui abbiamo assistito nella precedente legislatura”, ha commentato il sindacato dei giornalisti Fnsi.
La Federazione della Stampa ha aggiunto che “non starà a guardare e che provvedimenti che non fossero equilibrati e che, invece di tutelare i cittadini, tendessero a colpire il loro diritto ad essere informati ed il dovere dei cronisti di informare, troveranno la più ferma e decisa opposizione di tutta la categoria”.
(Grazie a Dario D’Elia di Tom’s Hardware)