Fascicolo Sanitario Elettronico a macchia di leopardo
21 Maggio 2013 Pubblicato da Pino Bruno
In Sardegna ogni ASL ha il server per il Fascicolo Sanitario Elettronico (MEDIR), il 90 per cento dei cittadini ha la tessera sanitaria, il 60 per cento dei medici di famiglia è attrezzato e sta compilando i file dei pazienti, scrive oggi Arnaldo D’Amico su La Repubblica. Seguono sei su nove milioni di cittadini della Lombardia e 3,7 su 4,5 milioni di cittadini dell’Emilia-Romagna. E le altre regioni? Stanno sperimentando.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico è un vecchio progetto europeo che altrove è già operante da anni. Permette di erogare servizi più rapidi ed efficienti e risparmiare denaro.
“Il FSE – si legge sul sito del Ministero della Salute – ha come obiettivo il fornire ai medici, e più in generale ai clinici, una visione globale e unificata dello stato di salute dei singoli cittadini, e rappresenta il punto di aggregazione e di condivisione delle informazioni e dei documenti clinici afferenti al cittadino, generati dai vari attori del Sistema Sanitario. Esso contiene eventi sanitari e documenti di sintesi, organizzati secondo una struttura gerarchica paziente-centrica, che permette la navigazione fra i documenti clinici in modalità differenti a seconda del tipo di indagine.
Nell’ambito della sanità in rete, la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta un salto culturale di notevole importanza il cui elemento chiave risiede nel considerare il FSE, non solo come uno strumento necessario a gestire e supportare i processi operativi, ma anche come fattore abilitante al miglioramento della qualità dei servizi e al contenimento significativo dei costi.
Il soggetto a cui il Fascicolo Sanitario Elettronico si riferisce è sempre un singolo cittadino. L’orizzonte temporale di riferimento è l’intera vita di un cittadino. All’interno del FSE, inoltre, è fondamentale che sia contenuta una sintesi della storia clinica del paziente, il Patient Summary, in modo da rendere fruibili in maniera ottimale le informazioni necessarie.
Accanto al Sistema di FSE è opportuno ricordare come sia necessaria l’implementazione dei sistemi di anagrafiche (dei medici e degli assistibili) e degli altri sistemi informatici. La sinergia di tutte le componenti, infatti, permette di sfruttare le potenzialità della sanità in rete realizzando un ventaglio di servizi in grado di incidere in maniera significativa sull’efficacia dell’assistenza in termini di appropriatezza clinica ed organizzativa oltre che sull’efficienza dei processi. Un aspetto importante da considerare riguarda poi il rispetto della privacy e la protezione dei dati personali del cittadino”.
Insomma, quando si va dal medico o in ospedale o in farmacia, non è più necessario portarsi dietro cartelle piene di carte stantie, documenti, ricette, analisi, radiografie, eccetera. Gli operatori sanitari potranno accedere alle informazioni in rete e, poiché si tratta di dati sensibili, dovrà essere garantito un elevato livello di sicurezza.
Il Ministero parla di “necessaria implementazione dei sistemi di anagrafiche (dei medici e degli assistibili) e degli altri sistemi informatici”, ed è questo il nodo cruciale.
Si sta procedendo in questa direzione? Sarà possibile far dialogare tra loro i sistemi informatici adottati nelle singole Regioni? Se un cittadino sardo ha necessità di farsi curare a Milano, il medico o l’ospedale di quella città potrà avere accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico?
Belle domande, ma se così non è (o sarà), la montagna avrà partorito il topolino.