Google Autocomplete birichino in Germania e Giappone. E in Italia?
15 Maggio 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 15 Maggio 2013
- ATTUALITA', SCENARI DIGITALI
- diffamazione, Germania, Giappone, giustizia, google, privacy
- 1 Commento
Altre grane per Google, questa volta in Germania. La Corte federale tedesca di Karlsruhe ha condannato il motore di ricerca a rimuovere la funzione di completamento automatico nel caso in cui i risultati proposti ledano la dignità di una persona o di un’organizzazione. La sentenza prevede una compensazione economica per il danno arrecato alla reputazione. I giudici hanno dato ragione a un produttore di cosmetici il cui nome veniva automaticamente affiancato alle parole truffa e Scientology.
La corte federale di Karlsruhe ha imposto così a Google di eliminare le associazioni infondate ogni volta che la persone offesa ne faccia richiesta. Il motore di ricerca ha risposto che questa opportunità esiste già, e che è sufficiente compilare un modulo online.
D’altronde –ha detto il portavoce della multinazionale digitale – i suggerimenti per il cosiddetto autocompletamento non derivano dalle scelte di Google ma sono il risultato di precedenti ricerche fatte da altri utenti. ”Non è dunque comprensibile che Google sia chiamata a pagare per i criteri di ricerca dei suoi utenti”.
Sarà, ma non è la prima volta che la funzione Google Autocomplete finisce in tribunale per problemi legati alla privacy e alla reputazione. L’anno scorso un giudice giapponese aveva ritenuto lesiva della privacy la funzione di completamento automatico.
E in Italia? Come spesso accade, ci sono stati pronunciamenti contraddittori. Nel 2011 il tribunale di Milano, aveva imposto al motore di ricerca di filtrare alcuni suggerimenti proposti dalla funzionalità Suggest, e ritenuti “calunniosi”. Contrordine nel 2012 e nel 2013 da altri giudici, con l’” assoluzione” di Google.
Avete notizia di ulteriori decisioni in merito?