Tom’s Hardware, una nuova strada professionale
10 Settembre 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 10 Settembre 2013
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Ho scritto così ai lettori del mio nuovo giornale. “Da qualche giorno dirigo l’edizione italiana di Tom’s Hardware, magazine che negli anni ha conquistato un ruolo di primo piano nel racconto della rivoluzione digitale e scientifica, dei suoi tanti pregi e degli immancabili limiti e pericoli. È una testata prestigiosa, seguita ogni giorno con interesse da centinaia di migliaia di lettori. Non solo addetti ai lavori, geek e nerd, bensì – lo dimostrano le vostre lettere – da un numero crescente di cittadini che si avvicinano alla tecnologia e ci chiedono di renderla comprensibile senza banalizzarla.
Gli impareggiabili articoli tecnici sono e resteranno il focus del nostro impegno, affiancati sempre di più dalla narrazione agile e quotidiana di tutto ciò che accade intorno a noi ed è governato, nel bene e nel male, dall’innovazione tecnologica. Reti e dispositivi numerici permeano la nostra vita ed è quasi impossibile farne a meno. Il divario digitale è una nuova forma di emarginazione dalla vita sociale e lavorativa. Tutti devono imparare a governare questi strumenti per non farsi sopraffare dalla loro invasività.
Tom’s continuerà a fare buona informazione, grazie ai suoi bravissimi redattori e allo staff tecnico. Io metterò a disposizione dei colleghi l’esperienza accumulata nei tanti anni vissuti da cronista all’Ansa e alla Rai. Voi dovrete aiutarci con i vostri suggerimenti e le vostre critiche, che terremo in grande considerazione. Ci serviranno per migliorare, per fare un magazine ancora più bello e utile. Se avete storie tech interessanti, che hanno coinvolto voi o i vostri amici, condividetele con noi per farle conoscere a tutti. Un giornale non può essere una torre eburnea in cui i redattori si chiudono nel loro ristretto universo e si isolano dalla realtà circostante.
Perché, come sostiene un bravo maestro come Jeff Jarvis, “Non ci sono giornalisti, c’è solo il giornalismo. Il giornalismo non è un contenuto. Non è un nome. Non deve essere una professione o un’industria. Non è una corporazione. Il giornalismo non si fa più solo nelle redazioni, non è più limitato alla forma narrativa. È un servizio. È un servizio il cui fine è informare i cittadini. Il giornalismo aiuta le comunità a strutturare la loro conoscenza in modo che possano organizzarsi meglio”.