Con IGLO i rifiuti organici si essiccano
16 Ottobre 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 16 Ottobre 2013
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Cosa fare dei rifiuti organici casalinghi? Essiccarli con IGLO. Il progetto di Nicola Ferrari, fresco di laurea in design del prodotto industriale presso il Dipartimento di architettura dell’Università di Ferrara, concorre al premio finale di quarantamila sterline del James Dyson Award[1]. IGLO è un essiccatore domestico di rifiuti organici, ma dietro questa definizione si cela in realtà un intero sistema di gestione della frazione organica urbana.
“IGLO, scrive l’autore, si divide tra privato e pubblico, trae ispirazione dall’idea ormai consolidata delle Smart Cities, o Città 2.0, nelle quali la tecnologia è destinata a beneficio dell’uomo e della sostenibilità. I vantaggi del sistema IGLO non sono solamente in termini energetici, ma mirano soprattutto a restituire un concetto di comunità locale urbana, favorendo iniziative virtuose quali la corretta gestione dei rifiuti, la coesione sociale, la partecipazione attiva e la creazione di aree verdi urbane”.
Ispirazione
“Il compostaggio, e più in generale il riutilizzo locale degli scarti organici- sottolinea Nicola Ferrari – è da sempre una prerogativa di chi abita fuori città o ha la fortuna di possedere un proprio spazio verde. È dunque possibile ribaltare quest’idea e tradurla in un sistema che si adatti all’ambiente urbano? È possibile creare un sistema che favorisca lo sviluppo della comunità tramite la sua partecipazione diretta? È possibile, infine, sfruttare l’enorme quantità di scarto organico per produrre energia restando il più possibile nel contesto locale in modo da fare un passo avanti verso l’autosufficienza energetica? Queste sono le domande e i problemi che mi hanno spinto a progettare IGLO, il sistema di gestione della frazione organica dei rifiuti domestici”.
Sviluppo
“IGLO – ricorda Nicola Ferrari – è stato sviluppato tra il 2012 e il 2013 come progetto di tesi all’interno del corso di Design del Prodotto nell’Università di Ferrara. Il progetto è stato preceduto da un’attenta e precisa fase di ricerca, volta a collezionare dati e individuare i problemi principali. Questa fase è stata svolta in collaborazione con la società che si occupa della gestione dei rifiuti nella mia città. Il progetto finale invece è stato sviluppato partendo dalle prime idee e migliorandole includendo di volta in volta aspetti chiave come il rapporto con l’utente, i consumi energetici, l’ergonomia, eccetera. Da questi ragionamenti e continui sviluppi è infine nato IGLO e il sistema a lui connesso”.
Il progetto, vincitore italiano del James Dyson Award, si è aggiudicato duemila sterline e concorre al primo posto e premio finale di 40mila sterline di cui 30mila per sviluppare il suo progetto e 10mila per la sua università. Il vincitore assoluto verrà annunciato il 7 novembre.
[1] Il James Dyson Award è un concorso internazionale di design riservato agli studenti, che si svolge in 18 Paesi. È promosso dalla James Dyson Foundation, l’organizzazione senza scopo di lucro fondata da James Dyson, con l’obiettivo di motivare le future generazioni di designer engineer a essere creativi, a mettersi alla prova e a inventare.