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Le mappe di Apple non sono proprio da buttar via

Quanto le abbiamo bistrattate, le mappe di Apple! Al loro esordio erano brutti anatroccoli, sgraziati, che portavano gli utenti fuori strada o appiattivano la Statua della Libertà. Tanto maldestre, quelle mappe, da causare il licenziamento dell’uomo che avrebbe dovuto farle funzionare al meglio. È passato giusto un anno e da allora, colpita nell’orgoglio, la Mela ha cercato di recuperare il tempo perduto. Scrive ComScore che negli Usa in un anno Apple Maps ha guadagnato la fiducia di 35 milioni di utenti regolari. Invece gli utenti di iPhone che scelgono Google Maps sono 6 milioni. 

 

mappe-appleA settembre 2013 gli utenti di Apple Maps erano 35 milioni. Gli utilizzatori di Google Maps erano quasi 59 milioni (da piattaforma iOs di Apple e Android di Google). Di questi, secondo una rielaborazione del Guardian sui dati di comScore, solo 6 milioni erano gli utilizzi dagli iPhone. Per gli analisti i motivi dell’ascesa di Apple Maps sono diversi: il servizio è stato migliorato e diverse funzioni e app dell’iPhone rimandano automaticamente ad Apple Maps quando si tratta di avere informazioni sui luoghi. In primis l’assistente vocale Siri.

Dice l’analista di ComScore Andrew Lipsman che “l’utente medio, anche se ha l’applicazione Google Maps installata su iPhone, non la usa molto”, e questo perché sui dispositivi mobili di Apple ogni digitazione di indirizzi (ad esempio su Safari) conduce direttamente alle mappe di default (cioè quelle Apple). Per usare le mappe di Google, invece, si deve lanciare l’applicazione o chiedere la destinazione nella app del motore di ricerca. Insomma, c’entra anche la pigrizia. Va detto che comunque in questi dodici mesi le mappe di Apple sono decisamente migliorate e adesso possono ben competere con quelle di Google.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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